LIBRO SETTIMO. ^Ì9 Ampia la Città , ed in confeguenza bifognofa di molta gen- 1614 tc in difefa , balzouui fuori , e montò fopra alcuni Colli contigui , iui trincerandoli . Andatoui fotto Mendozza , lo attaccò alle fpalle , ed ei fi difefe brauamente pergran pezzo ; ma conuenne alla fine cedere alla continua ftrage de’ fuoi , ed al numero degli nitnici ecceifiuo ,• ritornò in Aiti , e lafciò loro i Colli in libertà . lui il piantò Mendozza ìhl* formale aifedio con cinque batterie . Vi ereife il Duca quali alla fronte vn gran forte , e così andò continouando l'aflc-dio , vicendeuolmente gli vni , e gli altri dittruggendolì . La lunghezza del tempo cominciò à diminuire notabilmente gli Spagnuoli, etiandio con morbi acuti. Ne rifentiua anche il Duca trà i fuoi Soldati , non meno per le mancanze , à lui più fenlìbili , ltante il numero minore , che per i denari , e le vittouaglie , che gli fi andavano giornalmente ristringendo ; quando nel colmo di tante penurie , & eccidi] comparue d'improuifo in Alti Ram-bogliet , l’Ambafciatore Francefe , rifoluto d’efercitarui tilt“ Amiaft* to lo sforzo , per quietar vna volta quell' Armi . Subito «“4 entratoui , tutte fi fermarono dentro , e fuori . Egli intra-^ prefe vigorofamente à trattarne . L’Ambafciatore Veneto Zeno , e quello d’Inghilterra , conófciuti amendue dal Duca di lincerò defiderio , gli accompagnauano ancorotti le ragioni , le preghiere , la neceificà di riconciliarli . Sortenealì egli nondimeno nel ftb folito coraggio , nòn ottante le fue_, riitrette conofeiute anguftie . Se inclinaua cal’ora alia pa-ce , erano pretti à diftornaruek) più trauagliofi peniìe-ri . Facealo quello del diiarmo agitare '* fopra modo.■.* Nel Pontefice pauentaualo la vecchia età ; la giouenile , nel Rè di Francia j gl’interelfi, gl’animi de’ Prencipi, Tempre fosgeni à variationi, non lo accertauano di manutentione . Co-nofcea, che la Republica , fempre la ftelfa nei fuoi perpetui decreti, fola ne farebbe ttata ballante , quando (ì foife contentata di promettere; ma vedeua anch’egli difficile à ritrouare vna bontà, che per l'altrui ficurezza volelfe porre fé medefi-ma à pericolofi incontri . Ne fcriiTe vn giorno l’Amb. Zeno };ct,cata al Senato , e considerogli per vnico ttrumento al bene d’ita- ìwpouarft lia, che la Rep. si foife fottoferitta maleuadrice del pattuito. Grande impegno quefto, si conuenne molto fluttuami fopra ! Certo il rifehio» arduo l’impegnar fetteflì delle altrui AttiOni ' rifletti di regi) Mifterj, simili al Sole , che più , che s’apre ^» più chiude l’occhio , per penetrare nella fua profondità. V"*' n- : Qaq 2 Fi-