LIBRO PRIMO. ?9 mai comparfe , furono tutte remore 5 che andarono sforza^ tamente cagionando quegli inopportuni ritardi. Duraron’elii inDalmatia duemefi. Partirti dindi, per na- Termitai uigar in Leuante, fenza poterti prefiggere, nè come, nè per dZZV' doue, nè con qual configlio 9 fe la prudenza fletta del Senato Z%1'. non fapea ordinarlo , meno il Generale douealo fare da fe_» medefimo. Andogli per la mente di attentare qualche Impre- 1 *7^ fa in quei Confini ; ma lo inuifcerar le genti tra terra, e fenza quel numero di Caualli, che già mancauano, per opporti a' Turchi, confideraua vnattraere humoriconoppreffione maggiore all’infermo. Simile per ciò à quello ftagno , che lungp* mente ri tiretto in fe itefso, e fenza muouimento alcuno, n¿-cefsiriamente fi corrompe , diuenne l’Armata Veneta in quel cw ^ grand* otio . Incominciarono i mali fieramente ad influire.» infìrrpitfy contra le militie , i remiganti , e tutti , dittruggendone in}mreilo:t' gran parte , e riducendo il tutto aduna fomma debolezza. Mentre fi trouauano le cofe nel colmo di tali miferie, giunfe vndiipaccio da Roma al Senato, e comparue il Nuntio Apo-iiolico in Collegio à rapprefentare in conformità, che farebbe il Doria capitato di momenti à Corfù , cosi hauendo ejjji inalterabilmente promelTo alla Beatitudine fua ; e che ancore Galee Pontificie haurebbono vnitamente fatto il medefimo , Sopra queíto Habilito fondamento , ordinarono fubito i Padri al Zane , che, riitaurata nel miglior modo l’Armata medefi-ma, douette , fenza maggior ihduggio , pattare con tutto l’intero corpo à Corfù. Partì dunque a’dodici di Luglio da ¡Zara, e non ottante Lu* gente perduta per i prenarrati difaitri > partì con dodici mila nalm,me-Soldati fopra fettanta Galee fottili , fei Grotte , & alcune Naui ; Portoti! alle Bocche di Cattaro , e d’indi giunfe à Cor- Egiugne à fù con profpero viaggio. Non feruiua il tempo del fuo arri- Cor^' uo colà ancora , che peruenne da Roma al Senato inafpettata-mente vn’altro auuiio , con ritrattatione in tutto di quella.» parola , che hauea tanto affeuerantemente accurata alla República il Pontefice. Capitò, che negatte il Doria dì più muo-uerti da doue ch’era , cauillando fopra gl’ordini fourani, già •w* riceuuti, e fotlenendo , che non fotìero tanto chiaria poter’ ' f egli folo intrepretarli, fenza vna nuoua , e più efpretj^ di-chiaratione del Rè . Ad vna tanta nouità non batto , per rimediare, che il Pontefice aificurafse il Senato del viuofuofenr timento; che altamente fe ne lamentafse co’ due Cardinali, e con l’Ambafciatore di Spagna , e che fcriuefse con altero for- Gto. An• drea Doria