422 DE* FATTI VENETI. *620 Hanno i Turchi per natio coftume la roza barbarie. Gli fprezzi , e gli oltraggi, da loro inferiti , paiono in elfi , come parti di natura appunto ; in pruoua di che s’era veduto poco prima il medefimo A lì à far porre in vna Carcere per inuentata vania l’Ambafciatore di Francia , e à far patire ai Tuo Segretario il gran tormento della Corda . Ch* egli fi auuedefse da fe ftefso del fuo graue commefso errore , e da fe fìeiso fe ne pentifse , non vi rimanea fpe-ranza_» . ocn-vnii r,m . i 1 i; ' Per dolerferne prefso al Gran Signore , meno ciò poteafi*. mentre con la fua fuprema autorità , teneua occupata ogni via , nè lafciaua penetrare alcuna cofa all.’orecchie del So-urano fenza fua iaputa . In vece dunque di penfare alla.».. vendetta , fi conuenne dubitar più tolto , che pafsafse il barbaro , da quell’ v fata fierezza contra il Dragomano * à far" afsalire i luoghi Veneti , >e già correa qualche principio di hoftilità verfo i confini della Dalmatia . in tale^ flato di cofe non fuui altro mezzo , che di penfare al riparo . Dopo allontanatoli da Napoli il Duca d’Ofsuna » e tranquillatoli il mare in vn’ apparenza di pace , sera chiamato qui al difarmo , & à ripatriare r il General Venie-s *ro , nè trouauafi in quel tempo fuori , che la fola ordinaria Armata . Si elefse Proueditore Generale Antonio Barbaro , Pro^ cLZ curatore di San Marco , e rinforzato di Legni , e Mili-tie , fù commefso di partir tofto , per accorrere opportuno à quelle nouità , che hauefsero potuto i' armi Ottoma-.ne attentare . Non era per anco partito il Barbaro da quefti Liti , che '""-peruenne auuifo , come la Turchefca Armata , in numero Arm^ di fefsanta fottili Galee , hauea trapafsato Co-rfù , fenza.* alcun fegno d’inimicida ; ma che fatto sbarco à Manfredo-v*’V'‘nia' , e confignatefi da quel Caftelano Spagnuolo le chiaui .al Capitan Baicià , hauefse coftui bottinato il Luogo , e_» Campagna , fattiui degli Schiaui , e poi fenza commettere