LIBRO VNDJECIMO. 521 Si erano i Tedefchi trattenuti alquanto nelle Monta- g gne della Rhetia ♦ battuti dalla pefte , e trauagliati affai da’ difagi , mentre il Cordoua , ò per fuoi dif-gùfti con que’ Capitani , ò per qualche altro rifpetto, non hauea mai voluto permettergli , che più auanti profeguiflero . Ora fucceduto il nuouo Gouernatore^ , e arriuato tra que’Monti il Conte Rambaldo Colla!-C/W 7 to con tutte le altre militie , che menaua feco , non c,^V-tardò la molla . Si partì dalla Rhetia ; trapafsò Lu utCo/’ Valtellina , e s’incamminò , per la via di Como , nello Stato di Milano , non hauendo potuto Io Spinola Entfa w/ periuaderlo ad entrar nel Veneto per fcaricare in effo i dan-ni , e le ruine , che portano feco gli eierciti . Afcen-dea oramai l’imperial JBfercito ad vn contato numero e/«,*«-di trentamila Fanti , e di cinquemila Caualli , quali tutta braua , e veterana gente , la quale fi diiìefe._» per lungo tratto Copra gl’ argini deli’ Adda , e dell -Oglio . Di qua da quefti fiumi , per i Veneti confini , fcorreua , con gran brauura battendoli , Marco Giuiìiniani Proueditore nel diitretto Bergamafco , fe-guitato dal Colonello Milander , e da quattromila«. ^ huomini , per far fponda , e per tenere nel potàbile al coperto que’Luoghi , e que’ Sudditi , fi come«» anco nulla trauagliati furono , poiché il CoIIalto , poco quiui fermatoli di alloggiamento , s’indirizzò il giorno dieci Ottobre con tutto l’efercito verfo il Man- 7mZì-touano . Molto atterriuano tante , e tante armi , e "•*' • per maggiormente atterrire ancora , entrouui di più vn’ordito tradimento tra il Prencipe di Guaftalla , ed T rarTtmt-vn’ officiale irrancefe , per confignar’ allo Spinola quella in Guadai Terra ; fe ben poi opportunamente venuto in luce Ja' reftò fenza effetto . Quefta attentata ribellione accreditò però molto vna voce , iui à poco diuuJgatafi inSuanUt-Mantoua , che foffe quel Popolo , per folleuariì con-tra il Duca iftefio ; e perche quando principiano i Con altri difafìri , vuol’ hauerui la fua gran parte anche la_,atcUtmi ' fortuna , fù il Duca di Mena , di lui figliuolo , arreftato dal Zvtarchefe Malafpina nel Piacentino , mentre fe ne paffaua à Cafale ; fe ben poi 1’ induftriofo giouine , potè , prefto fuggendo , fuperare la difau-uentura . Confpiraua dunque contra Niuers le trame , la forza , e la itranezza degli accidenti 5 e perche^ Hhhhh lo -