322 DE’ FATTI VENETI. 1613 Chiamò à fé il Capitano Gio: Dobrouich , e commifegli , che doueiìe condurli riioluto alla loro intera diftruttione_, . Armati eglifubito dodeci legni, con mille Soldati Albaneii, e portatoti d’efli in traccia , vennegli fatto di pretto ritrouar- li nel Porto di S.Georgio, vicino a Lefina , e fù loro fieramente intorno . Forti, & arditi, nulla fi perderon d’animo , per vn gran pezzo ,• Soccomberono alPvltimo con graue danno; 3Se recarono trenta vccifi ; feriti moki >■ altri cadetono prigioni , che partiron’anco il fupplicio , e de’ noftri ne morirono folamente otto , di tre Fulteimpadronendofi. Ma quell’idra finta , che moltiplica le tefte dalle recifioni , fi vede_» d’ordinario nelle caterue dei ribaldi vera . RingroiTatifi ben pretto quegl’infami , entrarono vna notte nel Porto di Pago, ^, douc trouato Chriftoforo Valiero , Sopracomito conia fua ripido- Galea , lenza imaginabile penfiero di effere là dentro aiTali-pivÌ to , vocifero crudelmente tutti i Marinari , Officiali , e Ga-!“ro' leotti >• Toccò lafteffa infelice forte anche a LucretioGrauife; Nobile di Capodiitria , infieme con vn fuoNipotej e fatto prigione il Valiero , fe ne andarono con elio, e conia fuaGalea nelTordinario ricouero di Segna . Quiui prima villaneggiaro-f 1» no j] rnifero con Ììraoazzi , obbrobri], c tormenti infiniti ; mtrire con .. , . 1 . J »... gr„n fira- troncatogli poicia il capo , ed empiamente apertogli il pet-to , gli traifero fuori il cuore , e fe lo mangiarono arroftko, imbandendo la menfa con lo fteffo tefchio recifo ; beuendo il fuo fangue ; e pafcendo l'occhio della loro deridente immanità. àe ne contorfe altamente q.uefto Gouerno all* auuifo ; ma i fuoi contorcimenti furono ancora minori dell’indignatane.* vniuerfal del Mondo, il quale non offefo, come laRep., non hebbe intereifata , chela fua pietà per inhorridirfi * Si potea con più ragione pretendere l’oltraggiodall’imp., e dall'Arciduca , che dagli Vfcocchi medefimi riceuuto . I Capitolati le aiTeuerantipromeffe, haueano già fatti principali manucen-tori queìPrencipi. Ordinò in ogni modo il Senato al Generale Pafquafigo di non inferire alcuna moleftia agli Stati, e Sudditi del-l’Arciduca ; ma che ben doueiìe altrettanto fulminare irre-nùfiìbilmente tutti gl’eccidij contra quegli iniqui ; Che li ai* fediaffe, Scaffaline, fpecialmente in Segna , luogo , che potè-uafidire, pofseduto più da eifi, che dall’Arciduca medeiìm^ £ perche la forza corrifpondefse agli ordini feueri, gli li fped irò a o