LIBRO SESTO, 299 Ma ecco d’improuifo , che mentre qui à Venetia fi con- lóro tende fopra il pafso agli Alemanni , altro gran pafsaggio auuenne in Francia , che fofpefe immobili in vn punto tutti gli Eferciti , gli oggetti , e gli animi , e che fece cono-fcer’al Mondo , douer’in tutto dipendere da giri fuperiori quelli humani moui menti . Venne vccifo il gran Rè Chri-ftianilfimo , Henrico Quarto , da vna vii perfona . Francef- w* co d’Angolemme , mendico , e difperato giouine , doppo applicatoli à più meftieri , e fino di Monaco , ilrafcinato da diabolica infuriata peruerfione , fenza eccitamento di alcuna prima amarezza , ò difgufto , e fenza faperfi mai , che per altrui prauità^ ò interefse fi trafportafse à così gra-ue eccefso , appolìò la Maeilà Sua , vicino ad vn luogo irL, Parigi , detto il Cimitero de’ Morti , mentre fe ne andana in Carozza inerme , e con la fola Compagnia de’ fuoi più tiomeiìici . Montò il trifto da dietro via fopra il raggio d’ vna ruota della Carozza medefima , accidentalmente^ fermatali , e con due pugnalate nel fianco diritto incontanente lo priuò di vita. L’alte , infigni, e non mai efaltate à baftanza prerogati 110 del defonto Rè >• la merauiglia delfuccefso ; l’incapacità dell’empio homicida, l’improprietà del luogo, doue occorfeii fatto, e la congiuntura , in cui due ferite poterono impedire tante , e tante preparate Itragi, fono racconti di cofe , che lontane da quelli noftri correnti afsunti dcuono rimetterli a_, quegli Autori , che precifamente ne han fcritto . lmmortalatofi Henrico alla memoria del Mondo nella fua itefsa funefta morte , fè chiaro comprendere , quanto fiano ciechi , e ofcuri li giudici] di noi miferi, nati quaggiù à vi-uere à momenti tra l’incertezze d’vna vita , la quale muore appunto allora , che crede imbeuerli di tutte Paure immortali , che gonfiar pollano la gloria . Se n’era già d’efseimbe-uuto Henrico ; nè per anco fe ne trouaua fatollo . Sopportò il Cielo , che così morifse , per dinotare , che non è più di vn foffio tutto il mondo . La Fortuna , che hà per fua miniftra principal la morte , fdegnatafi, che li fofse la Maeilà Sua da fe Itefsa col valore inuiito , e col regio fangue co» renato Rè di Francia , volle fargli vedere 3 che può vcci-cer tutti 5 e fi come non cura di efsercitare l’afsoluto fuo potere fopra i miferabili , così in niun cafo fece più conofcere la lua onnipotenza , che in quell’horrida , e funefta morte , firpile di perdittione , di portento à quella d’Henrico LI 2 Terzo