7 X3 «rcccav, GENNAIO. 784 Roma si dì ‘23. Fi fe' lezer la soa instrulion, videlicet : il far.linai li commele debbi compapera la Signoria, e pregarla ajuli Medici a intrar in Fiorenza, perché il gran capitanio fé capituli ne lo acordo con Orsini, ehe compila l’impresa di reame veriano contra Fiorenza. Perciò prega la Signoria voy parlar a l’orator yspano è qui, et exortar al gran capitanio tal impresa, oferendosi servidor; et che il gran capitanio desidera la venula di Juliano. Scrive etiam Piero esser morto etc. El principe li usò bone parole, dicendo il costume nostro era di consejar e riponder. Di Roma, di 24 zener. Come alcuni citadini erano venuti lì dal papa a lamentarsi che li fanti venuti di Bologna in Cesena fanno molti danni; et che 376 il papa li mandi danari, aliter li licentierano etc. Ttem, di l’andata di Valentino non si fa gran pratiche, perchè il Cardinal Santa Croxe move nuovi duhj, videlicet, si le roche non fosse consegnate, il modo l’haria a lenir, perchè lassarlo andar saria mal, e reconsignarlo al papa è pezo; e cercha di aver qualche rocha a la marina, e che ’l ducha lo fazi certo farà far tal consignatione al papa; sichè va protrahendo la cossa in longo. Item, el signor da Pexaro è venuto a caxa a visitar esso ambasador, dicendo è servitor di la Signoria nostra, et esser venuto per basar il piede al papa e aver la investitura, e che di condula el non spera aver etc. L’orator li usò parole generai e bona cerba. THl ditto, di 25. Come fo dal papa, qual era in castello megliorato di le gote, el qual subito li dimandò si ’l havia nulla di dirli di le cosse di Romagna, e intrò in la materia, dicendo: « La Signoria fa mal. La mi à ajutato a esser papa, e hora mi lassa mal contento. Desideremo esser una cossa medema con quella Signoria perchè Pamamo assai; ma non volerne alienar le terre di la Chiesia » ; et che à inteso il conte di Pitiano è andato con inzegneri a veder di fortificharle etc., dicendo: « Semo per protestar li ; el non havendo chi la porta a quella Signoria, vi protesteremo di qua a vuj; ma prima lo volemo saper certo. Scriveti a la Signoria non buli via la spesa ». Poi disse di Zuan Paulo Manfron havia scrito a li conti di Cluxercule eie., et che 1’ è soto la Chiesia, cargando assai. Poi disse : « Almen la Signoria ne restituissa quello l’ha eh’è immediate di la Chiesia, si pur la dice Rimano aver (per) contralo, e Faenza à obtenula per non li esser niun juridicho signor », concludendo: « Semo per difender le raxon di la Chiesia, e mai mai non lassarle a quella Signoria eie. » F. P orator sapientissime gli rispose che di Cluxercule nulla sapea, et dicendo molle ra- xon in favor di la Signoria nostra, et che soa santità havia il torto a perseverar in questa opinione, e che mai mai la Signoria li reslitueria, imo che potria esser la tolesse, dicendo tacite il resto di Romagna, perchè la vien pregata da ogniuno etc. Sichè avisa P opinion dii papa, che mai è di asentir di ditte terre; pur è bon interlenirlo etc. Dii ditto, di 26. Come è lettere di Franza, di 15, che la pace sequirà e re Fedrico ritornerà nel regno. Altri dicono la si conclude a danni di la Signoria noslra ; e ehe ’l re voi Ascanio ritorni in Franza. ali ter li torrà intrade di soi beneficj ; e che a Milan è stà retenuto alcuni citadini e altri mandati fuori, per dubito hanno di novità francesi etc. 376 * Item, lo acordo di Colonesi con fiorentini va se-quendo, tamen Orsini non voriano. Item, il papa praticha noze di una soa fiola madona Felice, eh’ è a Saona e si aspecta a Roma, in el signor di Piom-bin domino .... de Apiauo. Item, il Cardinal Santa Croxe à mandalo soi noncj a veder le roche di Civita, Nepluno et Teracina, e il papa li à oferto darli Hostia. Item, el gran capitanio è a Napoli, e à mandà zente in Apruzo. Item, el signor Constanlin Amiti orator cesareo non è zonto ancora, e come el verà, farà P ofìcio juxta, le lettere seriteli per la Signoria noslra. Item, manda lettere dii consolo a Napoli. Nolo. El legato protestò a la Signoria, come ho scripto, et mostrò un breve. Tamen di Roma si ha che ’l papa voi protestar, eh’ è segno questo breve è fato qui dal dilto legato episcopo tiburtino, che dimostra el suo mal animo. Fo leto una lettera portata per Gasparo di la Vedoa, drizala a Raphael Griti, scritali per domino Bernardo de Alviano abate, data a Roma a dì “23. Li scrive assa’ cosse, e che ’l signor Bortholamio si chiama ducha di San Marco, e il gran capitanio il mandava in Puja con zente. Item, che ’l papa voi le terre, e saria bon tasentarlo con darli quelli altri lochi, excepto Rimano e Faenza ; e dii parentà fato col Cardinal San Zorzi, e li dà in dota Ymola, Faenza e Forlì e altre cosse ut in litteris. Da Napoli, dii consolo, date a dì 20. Come a dì 14 intrò el gran capitanio ivi con grande honor, avegnaehè qualche dimostratione cessasse per ordine suo, ma pur cavalchò per tulti li segi di la terra, in mezo dii viceré e dii gran capitanio Villa-marin. Quali adobati stavano, et similiter tutte le strade per ove a passar haveva, con tanto concorso di popolo, che se ’l re di Spagna fosse venuto, più non credo ne sarebe stato; con comitiva grande de signori et baroni et cavalieri, e copia di musica con