LIBRO QVARTODECIMO. 659
parati eccidi/ ripari , ed impedifca . Si parli al fiuntio ; fi faccia, che il Segretario nofiro ne parli in Roma , Jn wece di fomentarfi il Duca con /’ appoggio , e con la forza , gli fi acqueti con la defìerità l'eceejftuo ardore.
£! madre ho detto ancora , la celerità degli errori. Jl tempo , femente della prudenza , e produttor’ altrettanto d'ogni bene . /*7»0 , fi negotia , nejfuno fi offende . fmu , la necefficà non cojirigne , »0« fi contendi ,
.F/ho 9 cta <t/* è fperanzjt di pace , «0» fi precipiti in guerra ; »? già censurato sia di troppo timido queflo mio quieto fentimento , rad; ejfendo timida prefso ad <~una Jomma intelligenza •vna ponderata cautelici.
   Era il Senati) con quefta feconda opinione il decreto. Fù Senato pst letto in Collegio , e confignato in copia vn'officio al Nun- confìglio. do tutto pieno di ragioni , e di preghiere . Si ordinò al Segretario Bono in Roma , che v’intifteffe in conformità i Senati. Al Duca di Parma , per Io fteflo mezzo del Conte Scotto agente fuo, fi comtnunicò il deliberato, co’vn’ efpreifo de-fiderio di pace della Republica ; e fi credè, che rimanendo folo , e fenza fperanza di fpalleggio , e di foccorfo , più facilmente fi humiliafle al Papa ; toglieife ai Nipoti gli pretefti, che andauano ftudiofamente mendicando, per far ben riceuere dal Mondo gli loro ambitiofi penfieri ; e cofi anche gli altri Prencipi , confpirando col Senato à terminar’ i diffidi j in ben fecondauano à tutta poiTa l’otti- Punc,pi' me intentioni , Ma non acconfente à ragione vna già deliberata volontà , Con foprafina apparenza , e con illulioni ben colorite, più che fi dimoftraua in Roma di aprire le orecchie agli offici) , più erano gli animi determinati al la guerra . Poco anche andò , che fueloffi il tutto.
  Nel colmo degli ftelìì fìnti trattati venne attaccato , ed efpofto in publici luoghi vn Monitorio, che in afpetto di vn’indulgente pietà , prolungaua il termine al Duca, oltre torio contri al mefe di già prefcrittogli , di altri giorni quindeci , pcri/D"d-obbedire . Tofto fi fè conofcere vn’aperta delufione. Vici Ffarcito di' in Campagna nel medefmo tempo l’efercito de’Barberini , qui dato dal General Marchefe Matthei . S’introduife dirit-c^w-tamente nel Territorio di Caftro . Vi occupò fubito la Rocca di Mont’alto , e’1 Ponte dell’Abbadia; e contra Caftro o««*«** medefimo fpintofi , prefe alcuni Forti , che fopra vn’ertoluogbi' fentiero hauea già il Duca nei primi fuoi fofpetti fatti e-rigere , e eh’erano la fola ftrada, per auuicmariì alla Terra , fituata ad alto in vifta al Mare. Salitoui l’efercito, e QaJiro. Itrafcinateui le artiglierie , cominciò il Matthei à battere^ à tal fegno le muraglie , che trà la forza de’tiri, la debolezza