MCCCCCIV GKNNAJO. 688 rii Mi lari, come a Charavazo stava alcuni rebelli dii re, eh’ è contra la forma di capitoli, videlicet domino Ambruoso dii Maino, domino Gaspar Visconte, domino Hironimo da Cardiano et altri, quali andavano dicendo molte cosse contra el re, ut in litteris, pregando la Signoria volesse mandarli a retenir. Foli ditto si scriverla ; e lui volse le lettere. Et prima, per Colegio, fo scrito a Charavazo al proveditor legatis solus, li admonissa a partirsi, aciò, zonte 1’ altre lettere etc. Poi il principe li disse la chativa nova di Gaeta, dicendo mal volentieri li dicemoquesto; pur si ha di Roma. Vene 1’ orator yspano, prima per uno yspano concluse tormento a Corfù e non volse li danari etc., poi intrò in la materia era tempo di non star più, videlicet far liga insieme, dicendo : « Italia è un corpo; il cao è di Spagna, la eoa di Franza, e la Signoria è il corpo etc. ». Item, che non seguirà 1’ acordo etc. Il principe li rispose saviamente verba generalia, et poi li disse la nova di Gaeta, che prima non I’ havia auta. Vene il signor Carlo di Rimano, et pregò l’instrumento, ratification et renonciation di le raxon ha e havesse in Rimano, e fu fato instrumento di man di Bernardin di Ambroxj etc. Poi pregò la Signoria li volesse rlar qualche conduta ; ditto si l'aria. Item, era con lui suo barba conte Zuan Àldrovan-din, Opizo Malatesta et Gilberto da .... Veneno li 8 oratori di Fai nza e ringrationo la Signoria di la expedition. Volseno alcune gratie: dii canzelier ai la comunità fusse continuato; di uno prete lusse canonicho etc., e fo fate ; poi zurono (i-deltà, et toehono la man a tutti di Colegio. Veneno Vincenzo di Naldo con li oratori altri rii Val di Lamon, quali si dolevano dicendo Oriol Sodio era stà dà a quelli di Faenza, che loro haveano preso el li fo promesso, et feno lezer una lettera di questo li scriveano li homini di Oriol. El principe disse stesse di bona voja ; si expederia eie. Vene il conte Ramberto Malatesta di Sojano, ch’è persona degna et fidelissima, e si alegrò assai di l’a-quisto di Romagna, dicendo si non ha fato più non ha potuto ; era con lui Jacomo Sacho. 11 principe lo acharezò etc. Vene Lazaro Grasso, Marco di Rimano e altri contestabili, videlicet Zanon di Colorgno et uno altro stati a questa impresa di Romagna. Si alegrò con la Signoria. Fono laudati li soi portamenti, e commessi a li savj a terra ferma. Vene Zacharia di Freschi secretario nostro, stalo a Cataro. Riferì alcune, cosse, ol che Ferisbeì spe- rava si conzeria, e aviseiia il proveditor Foscarini, qual laudò. Ma zupani mai staria soto Cataro; saria 330 bon pagaseno a la camera. Di Roma, di V orator, di 4. Come era avisi, che oltra il monte di Gaeta, etiam spagnoli haveano auto la cità di Gaeta con acordo di aver li presoni haveano spagnoli, Ira li qual è monsignor di Obigni ; et che ditti francesi possino liberamente partirsi per mar, e andar via senza meter in terra in alcun loco in reame ; et che italiani possino venir via per terra ; e Cotonosi e Orsini li asecurano. E che nel prender dii monte fo morto per spagnoli monsignor di Aiegra; et PiorA di Medici, volendo Inzer in galia, si ane-gó, qual era a Nola etc. Item, el ducha di Trajeto si acordò con spagnoli e fo salvo; e che Alvixe d’Arsa, eli’ è in la Puja, à ’uto certo tempo a partirsi. Sichè l’impresa per spagnoli con vitoria è ex-pedita. E si tien (da) alcuni veruno più in qua; altri dicono non si moverano di reame, e altri verano contra Fiorenze a meter li Medici in caxa per la promessa fata a’ Orsini ; sichè fiorentini sono a Roma è sbigotiti et sbaluti, e tien atenderano a loro e non a quanto fevano prima. Dii ditto, di 5. Come per tutto ogi si dieeva di questa prosperità di spagnoli e adversità di francesi, e molti si aiegra ; il papa mostra esser neu-tral, ma si dico intrinsice li duol; e per Roma fu •fato questo juditio, che quando francesi andono in reame, non ritorneriano indriedo etc. Molti a 1’ o-rator li parla, e lui va riservato, dicendo la Signoria nostra voria si pacifìchasseno questi do re etc. Item, Zuan di Saxadelo e gli altri di Ymola son stà cha-rezati dii papa, et Ramazoto, e vestiti, et tratano darli la rocha ; e il cardinal San Zorzi li à dilto sono contenti far quanto vorà soa santità. El ducha Valentino è pur in palazo ; di Ferara è venuta la risposta, ma non risolta ; par quel ducha voy prima le t’orteze in le mano, sichè bisogna aspetar altra resolutione. El cardinal Ascanio, partito Roan, lui si partì di palazo e andò a slar apresso Santa Maria dii Popolo a certo zardin. Non è ussito di caxa ; dicono esser indisposto; come ussirà, si potrà intender 1’opinion sua etc. Di Ravena, di rectori, di 7. Come il conte di Pitiano, rasonando, li ha ditto aver compito la ferma, el olio fiorentini et senesi lo cerchano, et è stato capitanio et confalonier; sichè si la Signoria voi, la servirà con quanto ha, dandoli il titolo etc., aliter anelerà a caxa a riposarsi; et che per questo vorà mandar uno suo fiol a la Signoria nostra. Però essi rectori avisa il tutto avanti. Item, che por l’acor io