§4 DE' FATTI VENETI 1571 to difparere trà loro Capi, turpemente la violarono. Malme-fjLfj narono tutti alla peggio. Trucidarono fpecialmente alcuni Al-rmbia' banefi , e pochi, e fortunati furono quelli, che poterono fatui paifarfene à Ragufi. Perfo Dulcigno, fi perde anche An-tiuari, non però con pari compatibile neceffità. Benprefidia-to, ben forte, e lontano dalla Marina quattro miglia , pote-ua, ò refiftere, ò tentar’almeno . Ciò non ottante , Alelían^ dro Donato, che v’era dentro Publico Rapprefentante , ac-kfoZfíe ccttò il primo inuito , fattogli di arrenderli ; e fù anche per Annuari. taie dimoftrata viltà condannato da quella Giuftitia in perpetuo bando. Budua , reftata vuota de’ più beneftanti del luogo , i quali, infieme col Rettore, Agoltino Pafqualigo , era-no già corfi à faluarfi in Cattaro; fù fubito da nemici prefa.», L' Taccheggiata, e mandata alle fiamme, dilatandoli poi li Barbari per le Campagne , vccidendo, e facendo generalmente^ fchiaui quegl’infelici habitanti. Mentre quelite perdite, e quelli fpettacoli fuccedeano interni,,*,/* ra , continuaua parimente à difertare , e diltruggereleriuiere J-v Dalmate l’Armata Turca. Viuzza!!, volendo meritar’anch* ^Gdfo. egli feparatamente dagli altri , ítaccotíi con quindici Galee ; viudal* fcorfeà Curzola , e calpestata i’ifola con fomma crudeltà, lì ÍT.c'"“ accampò contro alla Terra , e cominciò tormentofamente à batterla . Non v’era dentro prefidio, che di quaranta foldati»* mà feppero coltoro moltiplicarli da loro ileiiì con l’ingegno, in vifta . Comparfi fopra le muraglie , infieme co’pochi Ter* rieri , che v’erano , e fatteui fino andar le femmine militarmente veftite, con ciò, e col giucarui furiofamente il Cannone , sforzarono il Turco con gran fretta à rimbarcarli fopra sedate. ^ue Galee . Accompagnatoli poi coftui con un Turco, Ca-racozà, Capitano della Valona , & andarono infieme fopra^ Di/irta T lfola di Lelìna ; e trouata quefta ancora vuota di habitato? poiLcfaa. rj ^ e 9 ja mandarono à facco , ed alle fiamme , e_* ritornarono vnitamente dopo all’Armata , la quale ne meno ceifaua di andar’isfogandoper tutto la fua barbarie. Quefte vaftiliìme forze Ottomane , già penetrate nelle più fenfibili , ed interne parti del Golfo , e quefte vniuerfali la^-grimeuoli ruine, perturbauano all’ eftremo gli animi de’ Senatori . Veniuano tormentati da vn’infinito dolore, fentendo crudelmente manomefìì i loro Stati da tante parti. Altrettanta pietà commuoueuali verfo i propri] fudditi, già foliti à vi-uere felici lotto l’ombra d’vna Paterna amorofa cura. Qui ne meno fennauanfi le loro acutiliìme palììoni,* Conueniuahoafe — .....- _