jofi DE' FATTI VENETI. 1603 rini , acciòche viuamente ne reclamale . Si cornmife al Segretario Gio: Carlo Scaramelli in Inghilterra , per gii fletti officij preifo alla Reina , e fi fè auanzare nel Mediterraneo vna flotta di Galee , e Vafcelli , perche à ciò , che nonha-ueiTero potuto arriuar le inttanze , fuppiiiiero le forze , o larme. otti™«- Adempiutoli l'incarico del Bailo con faggia , e prudente^ dmifivitu defterità , vfeirono dalla Porta ordini feueri à quei Barbari, affine che defifteffero dal porre in attedio la communicatione, e corrifpondenza vniuerfale . Lo Scarameili parimente riportò da quella Inglefe Maefìà precetti rigorofì, e giù li i con-tra i temerari) fudditi , che valeuaniì delleregie iniegne, per pregiudicare a Prencipi , e alla comune ficurezza. Ma non badarono , nè l’infiftenze de’Minittri , ne le buone volontà de’Sourani . Veniuano più , che mai perturbati i Mari ; depredati i legni andanti , e teiìuti da ogni parto continui difturbi, & affronti. Dragut, trà gl’altri , ch’era vn Capo de’ Pirati del Pelo-cJ>T‘ ponefo , penetrò con cinque Galee , molto bene all'ordine di %°nàÙi Soldati, e di Remiganti , poco da Corfù dittante , e quiui ardì di fottom mettere più Naui Venetiane con ricchi Capitali . Ormai pafsò la troppa temerità di coftui il termine della.* A 0ìnt remiffione . ira Proueditore in Golfo Francefco Molino , e ¿a cavai dell’ Armata , Agoiiino da Canale , i quali per gli ftrepitofi tt del? Ar- rumori , che vdiuanfi , haueuano pallate infieme corrifpon:, denze , e concerti a oggetto di cogliere , e diftruggere i ribaldi . Toccò al Canale , teffendo i Mari , di ritrouar’egli l’iniquo , che da lontano fcopertolo , fi pofe in fuga . Ma~* uafaiif. jnfegUit0j0 a VOga rancata , prima gli arriuò/co’ tiri delle ar. tigiierie vna Galea , la quale , per effere meno ciurmata , fe ne andaua più pigramente dell'altre , e conquaffolla , e pro-Lodijirug f0ncj0g||e]a < Arriuatele finalmente tutte , Tempre hauendo al fianco Luca Pefari , Capo marittimo con la fua, parte ne prefe, e parte ne abifsò con generai vccifione , anche acca-xfwft*. dutogli ditoglieredi vita Dragut medefimo di fua propria mano, nonoftante, che fitrouaife ferito a morte. Straccio non minore fece poco dopo Antonio Giurano di altri Compagni, niente meno infefti. Nel Porto di Melo incontratone alcuni in tempo , chefidi-uideua le rubate merci. £ù loro d’improuifo intorno , priuolli della vita , e delle al-