338 DE* FATTI VENETI, 1615 confini , non era meno attenta à prouedere per ogni bifoeno bafìeuolmente fe iteffa. Poteua hauere in piedi 12. mila Fanti Italiani pagati, fot-to !a difciplina di vari) Capitani >• del Prencipe Luigi d\E(te; di Antonio Sauorgnano, Patritio Veneto 5 di Giacomo Giudi, Veronefe ; di Gio: Batti ita Martinengo , e di Camillo Caurio- lo Brefciani; E mancato effendo in que’tempi di vita Gio: Bat-o%$Z. f March,eie dal Monte, ftipendiò in fua vece, Pompeo Giu-tìiniani, Nob di Genoua , e di gran concetto . Ag,giunfe anco alle predette militie Italiane , altri tré mila Fanti i volendone d’Eftere etiandio , e ritrouandofì ancor nell’Helu'etia Gre- . gorio Barbarigo , per fuperarui le difficoltà , già interpone dai Gouernator di Milano, fece, che allettale quelle genti con largo contante , e con cui finalmente ottenne di conchiudere co’ due Cantoni di Zurich , e Berna vna lega conditione , Che la Republica , in ogni fua occorrenza , fot effe Ignare di quell*-* natione quattromila Fanti, obiigata all'incontro d* contribuirle quattro mil«-> ducati di peti/ione agri anno. Leua però , che non hebbe alcun'effetto, non tanto per le difficoltà dagli Miniitri Spagnuoli promofleui, che da quelli ancora della Francia, inducendo i Grifoni à negare il paffo. Deliberò nell’ilteffo tempo il Senato di ben fortificare le M fue Piazze , commettendone l'incarico al Landò Generale , cZZ‘ & à Girolamo Cornaro , Commifsario deU’efercito ; e affi-Ccm”"jr' ne d’adempire l’opere à tutta perfettione , fpecialmente^