690 , DE* FATTI VENETI 1647 ^eco » v^cl ** Matthci fcnza indugio fuori > attacoIio"coti numero molto fuperiorc , e Io collrinfe à ritirarfi , notij Rctua però con molto danno per vn foccorfo , che gli foprau-uenne dall’efercito . Vanagloriofo il Matthei di hauere in Maynu. qUe|ja iortita mortificato il nemico , temè nondimeno , che potettero i Veneti intraprendere temè nondimeno , che potettero i Veneti intraprendere qualche attentato di nuo-uo , anco per rifarcirfi della riceuuta offefa . Si rifolfe ri-mediarui con la diueriione , obligando il Duca àdouer difendere il fuo, e torli dal combattere , e dall’ infailidire gl' altri. Si portò ancor’egli oltre al Panaro con tremila Fanti , Arm-.Tuir^ ®illc cinquecento Caualli ; Si fpinfe impetuofo nel Mo-fi£5r/doncfc 5 v* danneggiò ; vi fouuertì ; e vi vccife fenza re-°cneJt' miffione , c le più tormentate Terre , occupateui , furono Vignola , Spilimberto, e San Cefareo. Quelli auuenimenti , che non poteano chiamarli all* armi Collegate profptri , attraffero maggiormente 1* occhio al cautelato continuo procedere del Duca Odoardo , meglio non (coprendoli gli altrui difetti , eh’ entro altej proprie bifognofè ofeurità « S'era intraprefa , & ardea terribile la guerra non per altro , come s’ è Tempre veduto , e fempre detto , che per rimetterlo nel pottetto degli perduti fuoi Stati ; onde neffuno era più obligato di lui à efporui il petto , e le forze per principale feruigio fuo , e per aiuto , e rinforzo di chi già trouauaiì à fola contem-platione del fuo intereffe tratto nel mezzo alle fiamme , e precipitato nei pericoli . Hauea egli al tempo dei correnti negotiati praticati gli fcanfi , già efpreifi , per mantenerli libero , e non accompagnarli co’ gli altri in Lega . Finalmente , lafciatofi vincere dalla ragione , e dalla conuenien-za , fi conduffe à promettere mille feicento Fanti , mille quattrocento Caualli , e feicento Dragoni , e fopra quello fondamento s’erano calcolate , difpolle , è ripartite le mi-Jitie trà il Modonefe , e la Tofcana , come già fi ditte . Ora con Tvrgenza de'foprauuenuti accidenti ftrignentemen-tc richiedo à non tardar più l’efecutione deU’obligo aflunto in foccorfo del fuo proprio,^ dei comune intercise, non vi fu t?J£>pL Patìbile.. Spettatore otioio degli altrui crefcenti trauagli , ma in accct- li conteneua ai folito detìtroalli due Polli del JBondeno , e gfitde/Medo della Stellata » da lui già occupati. n“e' Anfiofamente attendeua à prefidiarli. Era ficuro , che