LIBRO OTTAVO. 37* per tutte le marine , che fi doueffero arreftare tutti li Va- 1617 fcelli Veneti ,'che vi approdauano , e volendo anche vomitare fuori del Regno il veleno dell’odio , e deIIambitione__*, continuò ad alleftire vna grande Armata per fpignerla qui ¿¿m»* dentro in Golfo ad infettare le nauigationi; à tenere le Riuie-re , e gli Stati in perpetua gelofia j à fomentare gl’Vfcocchi, & ad aflìftere , e fauorire l’armi , e gl’interefiì dell’inimico Arciduca . Qui à Venetia , capitatone il fentore , fi diè di piglio ad vn’armamento non inferiore marittimo } per rintuzzare , occorrendo , gi’orgogliofi di lui penfieri . tu ordinato l’appreftamento di due Galeazze , in aggiunta di altre due.., , ch’erano già fuòri ; e fe ne alleftirono trenta fottili eleggendoli per ogn’vna vn Nobile in Gou. Sette grotte Naui da guer. ra , parimente ordinate furono preponendoui per Capitano, Lorenzo Veniero. Si fcriiTe in Candia , per l’armamento di 10. .altre Galee., pur fottili , e tanto colà que’ Popoli fi commoiTero agli auui-fi de’ publici bifogni , che gareggiando , non meno d’obbedienza verfo gli ordini , che trà Joro di vna fpontanea fuifce-ratezza, offerì trenta mila ducati la Città di Candia , dieci mila la Canea, e fei mila Rettimo . Già trattoli lontano il fodero all’armi da tutte le parti, non vi fù più tempo , nè più occasione per diferirsi di auuicinarle a Gradifca, e ripiantar-ui, e ftrignerui di nuouo formale l’affedio. Se ne portarono dunque le commiifioni ad Antonio Landò, Procuratore, il Gen. il quale fubito diede l’ordine per l’efecu-tione à Gio: de’ Medici, primo Comandante militare , che__,1 Vfnrt‘ incontanente obbedì . Schierato alla Fortezza d’intorno il no Ci "a** Campo, lo ftudio principale fù, d’impedire, e chiudere tut- ^'Jca' te le ttrade ai ioccorfi , per lo che trà Mariano , e Fara , fi ereffe prettamente vn Forte , che fi chiamò , di Campagna., . Volendo il Medici tentare poi di forprendere il Luogo di San Martino di ftufca, vi fpinfe più fquadre di notte , ad ogget* to di coglierui il prefidio nel più profondo dei fonno . Ma * occorre ipeifo , che vn picciolo , e vano accidente inuolò vna fegnalata lmprefa . Inuolò quefta vn folo Cauallo , che impauritofi trà quelle notturne ofcurità , diede ftre-pitofamente addietro . Ignari li Soldati da qual cagione^ procedere poteife quell’ improuifo difconcio , cominciarono à confondersi , precipitarono dalla confusione alla fuga , nè fù più pofiibile di rattenerli , fe non dopo fpuntata l’Alba , che dilucidò il cafo , e riprefo , _ Xxx efcher-