«• 209 mccccciii, Mio facesse papi quel fusse meglio per la rcligion cristiana. Or andato fuori e consultato, fo lauda il parlar dii principe, e che iterum in consonanza li rispondesse. E cussi fece. 99 Da Padoa, di rectori. Come, in execution di nostre, erano stati a Santa Maria di Bethelem e tolto le robe fo dii Cardinal Zen, qual le mandano di qua ; e lo inventario quelle done dice è za 14 anni le ha sborato etc. Prega la Signoria li dagi per elemosina qualcbssa etc. Et loro li hanno lassato certi paramenti di aitar utpatet, e questo con condition si la Signoria nostra vorà. Et li fo risposto per Colegio che eramo contenti, laudandolo. Fo per mio aricordo sci ito a Cataro, atento son stà fati et dato assa’ pro-vision per zenerali, proveditori et altri, che tutte siano suspese fino non sarano aprovate per il Consejo di Pregadi nostro. Da poi disnar fo Consejo di X, et Colegio si re-dusse a consultar zercha far provision a debitori che pagano. A di 2G octubrio. In Colegio. Fonno aldili li oratori di Salò in conlraditorio con quelli di Zenzan per certa eontribution etc., et fonno remessi e licentiati non senza gran contrasto. Vene el nepote di l’orator di Franza, et portò certi capitoli auti da Milan di 22, di monsignor di Chiamon. Lo ari Visa che la soa armata, zoè exercito, havia auto Rochasecha con occision di GOO spagnoli, e fin questo dì tien sia andato a trovar Consalvo Fe-rando capitanio yspano^ e spera harà viteria; et che l’exorcito dii roy è 1G00 lanze, 12 milia combatenti ; el in conformità li scrive da Milan lo episcopo pari-siense. El principe li disse si alegrava di tal nove. ])a Chiosa, di lo episcopo di Thioli, fo legato qui dii papa', va a Iioma, data eri. Come non era zonte le sue chavalchature. À nova di Roma, il ducha haver dato li segni di Forlì et Ymola al Cardinal San Zorzi, vedendo non poter lenir quelle terre, et etiam pratichava con fiorentini darli Faenza. Da Riva, di sier Vetor Pixani proveditor. In materia voi biave per quelli lochi. Da Rovere’ di sier Ilironimo Nani podestà, voria far una prexon si spenderà ducati 30. Scrito la fazi di danari di le eondanaxon come el scrive. Da Bassan, di sier Alvixe Orio podestà et capitanio, cercha caxe di debitori. Da Vicenza, in materia di lane tolte a Rovere’, et altre cosse particular. Da, Spalato, di sier Ilironimo Bernardo conte e capitanio, di 10 septembrio. De l’intrata lì di domino Bernardo Zane arcivescovo, qual li vo- ottobre. 210 leva andar ili sora, maxime quel dì fé l’intruda, e lui conte non volse; e scrive sopra questo molte cosse, che il Colegio lo smatò assai e scrisseli dovesse mcter lo arzivescovo di sora, perchè cussi si consueta per tutto. Introe li governadori de l’intrade e con li cai di dieci, mandati li altri fuora excepto li eai di 40, propose zercha- el fontego di todeschi, voria fusse cassà li sanseri per grafia fati etc. Et fo parlato assai con gran mormoration di tutti. Da poi disnar iterum fo Colegio. Si redusse il principe, con tutti e li cai di dieci, et prima fo letto alcune lettere. Il sumario è questo. Da Forlì, dii signor Antonio Maria Orde-lapho, data a di'22 a la Signoria nostra. Avisa il suo intrar lì a liore 20 con gran jubilo. Tien certo, per l’amor li à portà, la Signoria ne liaverà contento ; si ricomanda etc. Et etiam scrisse una lettera a donna Andriana soa consorte, di’è qui. Et ditta lettera li fo mandata senza aprirla, e alcune altre. Le qual lettere le portò sier Piero Donado suo eugnado, e le dete a sier Marco Sanudo consier. Di Zuan Alberto da la Pigna, date in Cor- 99 * boi e a dì 21, portate per sier Andrea Capello di sier Domenego, à certe possession lì apresso. Et esso Zuan Alberto scrisse molto longo ; è servitor di là Signoria ; el à parlalo col ducha qual è (a) Migia-ro. e scrive eoloquii abuti : e che ’l ducha dice la Signoria li voi mal e non sa perchè, si non fusse per le zente mandade per madona Lugrecia in favor di Valentino; e che lui non à dà niun dinar etc., e che ’l ducha è servitor di la Signoria. Conclude che saria bon far pratiche insieme e con don Alfonxo, die vuol mal a Valentino; e scrive zanze non da conto. Di sier Alvixe Mozenigo orator nostro, date a Fies, a dì 19. Come il re, hessendo esso orator con l'orator yspano venuto a Riolt, li mandono a dir veniseno da soa majestà; et cussi Ini va e sarà domati, ma l’oralor yspano li è caduto uno cavalo adosso et starà do zorni a venir. Dii ditto, di 20, ivi. Come, hessendo venuto a lui uno secretario dii re, dotor nominato Aidem per nome dii re, a dirli era honesto phe ’l si riposasse poi che con neve e pioza era venuto, e poi il re li par-leria. Item, il re è stato con li tesorieri |>er haver danari, et zà si dice di la soa andata a Roma; et che li ditti thesorieri vanno a Olmo ad aver danari. Dii ditto, di 21. Come fo dal re, qual era in camera, familiarmente, e partono insieme, eoloquii di principe, non di stato. E poi il re si redusse a l’au-dientia con li soi consiglieri, et domino Matheo Laudi secretano comenzò a dirli, nomine regis,