LIBRO SECONDO- 79 Le batterie ; N’erfero etiandio dinuoue, e con effe più tor- M71 mentavano di punto i Cavalieri, e le ritirate medefime. Lan- Co„tf„pt, eia van’anche dentro, con antica forma di Artiglierie, balle_j ^^ grofiffime , di ferro , che andauano dall’alto à piombar itu giù, fracaflandoi Tetti, e uccidendo gli huomini. Lo fletto praticavano con le freccie , che pur cadendo , faceuano gran ftragi ; e teneuano tutto il giorno , e tutta la notte con finti ailalti in un continuo tormento, e vigilia i miferi attediati , li quali però Tempre in opera , e fempre in giro , il conferuauano ancora intrepidi, pronti, & indefefli. Non parue baftante à Muftafà la rottura , fe ben grande.», che hauea già fatta la Mina dentro alle muraglie per nuouamente 9 e più agiatamente montar’ aU’aiTalto. Felle^^J^: à forza di braccia eicauare di fottouia con le picche, to aUt rnu-con le Zappe, e tanto quelle nuoue opere profittarono, che ’'',■ à pezzi à pezzi le pietre ruinando al baifo, fianguftiaronopiù fempre gli fpatij ad alto, e il riftrinfe neceffariamente il numero dei difensori. Auanzaronfi finalmente gli Ottomani tanto \ auanti, che fi prepararono commode le ftrade, per potere in più luoghi prefentar gli aflalti. VnoMuitafà ne comandòge-nerale col pieno concorfo di tutto l’efercito . Jbccitò i Soldati. Promifeloro premio grande,e gaftigo feuero à mifura delle_, attioni. Volleandarui inperfona anch egli, e nel dì ventinone pur di Giugni, otto giorni doppo l’altro , datone il.tr mendo fegno, tutti corlero intrepidi, & obbedienti dietro al Capitano . Mà ne pure quello Tortigli con miglior fortuna dell’ altro . Fù al Riuelino ad atìrontarfi prelto il Conte Hercole Martinengo, feguitato da molti altri Car pitani , e dopo fei hore di un’incettante conflitto, reilaro-no fcacciati con mortalità grande gli aifalitori, nè perirono de’ noilri , che foli trenta , trà quali Celio de’ Fuochi, & Erafimo da Fermo . Ali'Arfenale, che parimente nello itef* fo tempo virilmente alfalirono i nemici , vennero quivi più ancora francamente ributtati. Corfero fino le femine in di-feia . il Vefcovo di Limifsò con la Croce in mano infiammò in ogn’unola pietà, el coraggio, ed anco in quello lungo, e difa-itrofo combattimento, non ne perirono de’Chrilìiam, che foli cinque» comprefoui Giacomo da Fabriano * chefùdigranper* dita,e’l Conte Neftore Martinengo rimafe ferito d’archibugiata. Arrabiatoiì Muiìafapiù , che fi vide fchernito, e vinto, fi diede, tutto infuriato, à maneggiar il Cannone fuori di mifura, giache cqn l’armi impegnate gli cadeuano più femore lefperanze, L 2 Fabbri-