125 ' Mccccciii, el luogo non si puoi luor per forza; ma ben potria ■esser roba, per esser mal custodita e fornita di ogni desa sio, e circa 40 persone è in tuia, e solum ”20 provisionati e utio pulo per castelau di anni 22. Item, vele uno altro passo zoso di ditto colle, eli’ è uno fosso va verso un monte altissimo eircha un terzo di mio, qual per sier Marin Moro fu fato, et è necessario riparar. Andò poi mia do a uno altro loco fortissimo : è pepato non sia nostro. Item, in quella note disese al castello di Canubio oirclia inar-tulosi 10, à mazà una guarda, ferite l’altra et menò via la terza ; qual loco è lontan di Trau, mia 4 : bisogna proveder. Aricorda non è polvere ni lanze, e si mandi danari per li stratioti o vero darli licentia. Item, à fato publicar la parte dii Consejo di X contra li banditi ; et polizani è comparsi, erano banditi, haveano salvo conduloda rectori e proveditori di armata e di la Signoria per la bancha : li ha licen-tiati. Jìm, Zara, di Zaoharia di Freschi liumilimo servo secretario nostro, di 20 septembrio. Come è zonto e va di longo. Questo, per saper, va a Cataro a me ter li confini col Turco, el Alvixe Sagudino, altro secretario, va a Napoli di Romania, qual è 03 ‘ fuora per avanti. Da Conejan, di sier Alvixe da Molin podestà, di primo. Come, per il creser di la Piave, à fato gran danno ; è stà gran clamori di subditi. Qual è venuta al muro di Mandre fato in defension, et bisogna reparar il muro di signori di Colalto, qual è minato e parte ainonito. Esso podestà fu sopra loco. E scrive, data in hospitio Campance. Dii ditto, di 2. Dii zonzer dii Cardinal reginen-se ti tuli sancii Chiriaci, vien legalo di Honga-ria. Li andò contra; alozò a l’hostaria, et li soi par-loe molto con quelli dii signor Bortolo d’Àlviano, e lui fo a visitar so moier e le presentò uno bel cavalo eie. Per tanto avisa. Da Trovixo, di sier Marco Antonio Lore-dan podestà et capitanio, tre lettere di 'eri. Dii venir di ditto Cardinal. Diss; veria a bore 22, ma vene molto avanti: pur li andò contra, justa i mandali. Alozò in vescovado col vescovo e con persone 80, et aUralauti cavali et 12 muli. Di Mestre, di sirr Alvixe Falier podestà et capitanio. Come anderà contra dito Cardinal et lo acompagnerà a Margera. linde fo consultato, atento era il tempo captivo, non andar il principe ma mandar li zentilomeni et poi li altri con li piali, et ita factum fuit. Di Cremona, di sier Hironimo Donado do- .oTTonttK. 12C tor, podestà, et sier Volo Pixani eI cavalier, capitanio. Zercha uno loco di Formigara, Piagatovi voria fusse soa jurisdition, che saria danno di la Cimerà per la imbotada, unde è soto Creinona ; et per • Colegio fonno laudati di tal diligentia. Di Sigismondo di Manfredi, sotoscrita Faven-tice et Ymolce eie., qual studiava a Padoa e andò a Ravena ; bora scrive a la Signoria si presti fede a missier Guido suo cugnato. Di Vdene,di sier Baldassare Trivixan luogotenente. Di alcuni (Tinti zonti, vanno a Trieste, et è tedeschi, per passar in Puja in favor di spagnoli, et se ne aspeta di altri. E dilla lettera fo co-rnandà credenza. Introno li Capi di X, sier Bortolo Minio, sier Carlo Baxadona e sier Andrea Venier ; ma sleteno podio. * Da poi disnar non fo nulla, non vene il reverendissimo Cardinal, licet li zenthilomeni li andasse contra. A dì 5 octubrio. In Colegio. Vene li fradeli di Marco Rizo è in camera, dolendosi che li avoga-dori il teniseno lì, pregando fusse cavalo e mutalo di prexon ; e lì è stato 45 dì, el la parie non dice sia retenuto. Fonno mandati fuora et parlò sier Zorzi Loredan Pavogador, dicendo a via il suo constituto, et etiam à mandato a far il processo. Et tandem post multa, la Signoria terminò che l’avo-gador venisse in Pregadi et metesse eli retenir, perché no ’l poteva da lui tenir in prexon senza il Consejo. E cussi dice faria. Diipatriarcha nostro. Zercha uno padre Fulgente è slà fato piovali di Santa Malgarila non juridice et è stato assa’ disordeni in la bulotalion, però advisa eie. (il Da Ferara, dii vicedomino, di 3. Come el Po à cressuto tanto che mai più in memoria di Immilli fu tale. À roto sopra la Stelada; à sumerso lino el Bonden e le possession dii signor fino a la Torre di la Fossa. E il signor sta a Comachio a piar pesse. Tutta la terra mormora, e si duol di le poche provisione: le biave monta. Item, manda avisi aulì di Bologna ; e par che in conclavi, avanti la crealione dii papa, fusse decreto di restituir a l’arzivescoado di Bologna Cento e la Pieve die il ducha di Ferara tien, per la qual cossa il duca à electo tre oratori a Roma a dar ubidiehtia al papa, videlicet il conte Francesco Maria Rangon, domino Antonio di Con-stabili et il reverendo domino Zuan Lucha,. e parii-rano presto. Item, la peste è pur in Ferara. Don Alfonxo è andato a star a 1’ Osteja.