LIBRO DVODECIMO. 557 nondimeno fino alla morte a combattere , e l'altra , larv* lg2g ciataiì difperatamente nel Lago , vi lafciò con minor me-» rito , e con maggior miferia la vita . Sentirai] dal Duca«, in Porto la fua Città per ogni Contorno generalmente inondata , da'Tedefchi , e per figillo , d’ogni ribellione , ien-tite infieme a volar’ in aria per opera di mani facrilegho tutte le munitiom , che v’eran dentro , non feppe far’altro di fé iteifo, che volontariamente patteggiar di arrenderli, e furono le conditioni in riltretto. Ch'ei [ortijje libero dalla Fortezjj. col figliuolo ; con la 'Nuora Prenci- Qondltioni pcjfa , e co' "Nipotini , e l' ttrè j e che le militie Venctiane tutte partfye- J0. ro da Aiantoua Jenza alcun trauaglio. Subito conchiufoli l’accordo , fubito preftouuifì l’efecu- ViUel tione . Lgli, e gli altri , nominati feco , vfeirono, e feor- ■ tati da due Compagnie di Caualleria Alemanna andarono rei ferrarefe doue li eleife il Duca per danza particolare il luogo di Melara j e le militìe della Republica vennero AMetara. à congiugneriì qui con 1’ altre nello Stato . Coli vuotatali interamente Mantoua à libera diferetione della barbarie » e dell'empietà Tedefca , ie giouar poteiTe , che la narra-tione delle crudeltà , Sacrilegi , llupri , laidezze , trucci-damenti , rapine , e difertamenti horridi commeiiiui , po-teflero conuertir* il Mondo , e la pietà de’ Prencipi a non far più fpandere a diJuuij tanto piamo , e tanto fangue , miiìo con le foitanze , e con le vite d’ innocenti mefchioi Popoli , e con le miierabili mine delle più nobili , e intigni Città , forfè, che non cederebbe la penna alia materia, per non far mai punto ad un'infinito , e per altamente imprimere i tragici effetti di queU’eccelTiua cupidità dominante , che và pur troppo di giorno in giorno tra le maggiori fiumane miferie deplorabilmente commettendo . furono tutte le habitationi indiiferentemente polte a Sacco ; le perfone d'ogni fello, e d’ogni età con immana barbarie malmenate , e vcciife . Baiti à dire in generale , pur per dirne qualche cola , che non vi fù limite alla voracità iniatiaDile^ -, alla prauità de'cuori , alla miferedenza dell’anime . increduli verfo gli diuini Altari ; i Sacri Templi ; le Sante reliquie ; ignari de riti Cattolici, iparfero , caipeilarono fen-Za diitintione il tutto , deturparono fimmacuiato , violarono le Claufure , i Chioiìri ; rapirono i’honore , e diiìi-parono li più Superbi Palagi; il publico del Duca , quanto più ricco , e più fuperbamente addobbato , tanto più d* Rrrrr ogn‘