)BRE. 182 jualche castelli, francesi alozano la terra e li ita- i convengono star fuori. Vene uno nontio di madona la duchessa di Ur-), eh’è qui, a lezer una lettera dii ducha, da San-irchanzolo, de 15. Li avisava dii levar dii campo lesena e conduto via l’artilarie etc. ; et che fonno e choaze a le man con quelli di Cesena, ne fo ’ti alcuni etc. ut in litteris, ma non scrive di r prexon Zuan Roseto di Castello. Fò balata sier Simon Zen qu. sier Piero dazier la masena per anni do, a ducati 24 milia, che ino passato fo incanta 1G milia; qual rimase e i li piezi, excepto suo fiol sier llironimo. Item, fo balotà il dazio di la grassa per anni do ducati 5500 a l’anno a Ltìixe Anzelieri ; e ri-e con li piezi. Da poi disnar se reduse Colegio tutto per baio-li 100 sanseri electi, di tutto il numero, per li veditori di comun, consoli di merchadanti et Ili a la marina, qualli doveano esser poi balotà lolegio con li governadori. Et parse a sier Zacha-Dollin governador e compagni, promuover che vj ai ordeni non doveano balotar. Trovono una e fata meter por lui l’anno passalo di novem-' a gran Consejo, che il Colegio, con li savj di na man e l’altra, potesseno proveder per le cos- i dacij etc. Et nui a l’incontro disevemo poteva-star, alegando molte raxon e la creation noeta, tandem parse al principe e Signoria termi-non posamo balotar stante la parte, et cussi si isemo, et fo balotà li 100, di quali ne caze 14. 88 A dì 19 octubrio. In Colegio, e fo cativissimo po tutta la notte e l’aqua grandissima con ven-ì pioza etc., non fo leto alcuna lettera per non sser da conto. Vene l’orator di Franza, dicendo aver inteso di o, per alcuni hanno lettere di Roma, che Ursini cordati con spagnoli ; et clic il signor Bortolo .Iviano è nostro condutier, per tanto prega la ìoria, per la liga e bona amizitia è con la sere-ima inajestà dii suo re, che vogli farlo ritor-etc., dicendo : « El si dise la Signoria è stà causa uesto » con molte parole. Or el principe li rispose etiam 1’ havea inteso per lettere particular ; e prima 1’ Alviano non è nostro homo, à compito mia a di 7 di questo ; e che la sua compagnia è onejan, e non l’harvemo voluto lassar, imo è o guardie la non si parta, dove è so mojer. E a lisition di creditori, è stà sequestrà la sua roba e rime, come sa l’orator di Ferara, per alcuni li vendutoli per uno di Ferara. Poi disse che ne