34 D E’ FATTI VENETI mero maggiore, fù concetto , che hauefle potuto la Città in quei giorno foccombere. Occorfe in quefto attentato gran ftra-157° ge degli vni, e degli altri, e virimafe de' noftriprincipalmente Io Spelle, trafitto, ed vccifo, valorofamente combattendo. I Turchi, che, nella perdita etiandio di migliaia , e di migliaia , punto non rifentiano gl’ incommodi, batto loro , per maggiormente animarli, che fi folTero i Chriftiani nel loro poco numero altrettanto confternatamente atterriti >• onde nonL» abbandonauano induftria, e fatica con ttrade coperte , e con altre vantaggiofe forme, per efperimentare degli altri feroci affalti. Non più parue a’ difenfori tempo di continuar’ obbedienti ad attendere a beneplacito de’ nemici le battiture, e le ferite, per vigliacamente perire . Riiolfero di far’vna corag-giofa fortita, e arrifchiare di portar’in altri quelle fiamma, che ftauano di momenti, per eflfer loro lanciate nel feno. Sorcifare tì Cefare Piouene, Nobile della Città di Vicenza, e Luogote-/X5T. nenie del Conte di Roccàs, feguitato da tutta la Caualleria 9 e da gran portione della Fanteria Italiana . Era molto ardito il diffegnato tentatiuo . Era di forprendere improuifi i Forti, e le Trincee Turchefche ; d’inchiodami le Artiglierie , e dif-iìparui, e diftruggerui i lauori perfetti, e imperfetti. Andò anche fatto mirabilmente il penfiero negl’ impeti primi , ne* £ fup«* quali ogni forza è fempre grande. Superò due Forti fubito il <¡uc Torti, Piouene con gran mortalità de’ nemici, che v’ eran dentro, e profeguiua più ancora ad altre lmprefe , s’ era meno fretto-lofa la Caùalleria . Si fpinfe inopportuna, e fenza l’ordine^, del Capitano , fopra le Trincee, di che auuertiti i Turchi » incontanente il moiiero, per reprimerne l’ardire , come anche lo reprimerono, e corfero veloci alla ricupera de’ perduti Forti . Era in vno d’ efii ancora il Piouene con Gio: Battiita da_j Fano , e con poca gente rimattaui, per la Caualleria , che_, già s’era difcoftata , e per altre militie , che lanciai íi a i furti , e alle prede, haueano lafciato il Forte medeilmo quafì in Turthi lo abbandono . Diede il Piouene tutte le pruoue di fe iteiTo , fi-'jjahfcmo nQ cjie pQt£ ^ confidando di riceuere dalla Città que’ foccoriì, che gli erano itati promeiii prima dell’ vfcire. Ma non è mai iicuro ciò , che fi appunta trà gl’inopinati accidenti della guer-Etancb» ra . Attaccarono il Baloardo Cofyanzo i Turchi nel medeiimo Icop». procinto, eh’ erano quei di denteo per vfcire , e corrergli in v- aiuto . 11 Conte di Tripoli, che difendealo , non volle permettere in quel grande anfratto al Capitano Gregorio Panteo, che Io abbandonale, onde il Piouene, e tutti gli altri, ch’eran (eco,