194 DE’ FATTI VENETI « della lega , e fpecia’mente Lione , e Roano , quefta ponen--1* ^ do anco in libertà à furor di Popolo il Duca di Nemurs , ed il figliuolo dell’ interfetto Duca di Guifa , in cui hauealiil Rè fatti per maggiore ficurezza g«à condurre . Il Duca di Vme-na dall’ altra parte , fatto potentiifmio in Parigi , tentò itn-prouifo di alialire , e di vccidere in 1 ours il Rè me defimo ; ma benche fenza effetto il penfiero à lui riufciife , auuertì pe-T'»uf,uo Maeftà fua dei fuo pericolo , e la fè temere di non effer centra u ficura in alcun luogo . Quando fi tratta di preferuarfitut- , non r „ , - X. v r nu^to. to e lecito . Era già itala sforzata a ricorrere per aiuti ai già detti lontani Prendpi ; ma quelli non più poteuano giugnerle opportuni, quando anche fi foifero prontamente moili Grande anguria, ellretno bifogno , violeatolli finalmente a giuca-re l’vltima carta delle fue rifoluuoii . Fece gran patfo; chiarirvi ^eco a vnirfi il Rè di Nauarra ; e affine di maggiormente Naula flettamelo , li contentò di concedere libero l’efercitio della_» Religione Vgonotta in tutto il Regno , eccetto dentro alle_, Città Cattoliche . Non potè giugnere à quel Rè p'ù bramito , e caro inuito pei le grandi fperanze allora fae , e per altiifime, che gli andiuano di tempo in tempo preparandola fSyt natura, e’1 fangue. Volouui immediate con tutti li fuoi parti-***- ” giani, e tutte l’armi, il Rè teneramente io accolfe, e formato infieme vn grande efercito, prefero dirittamente la marchia r vanm alla volta di Parigi . La Maeltà, che anco difarmita, nata-Zi[ p- Talmente ìiifluifce il rifpetio , tanto più armata fa venerabile. Mdt,cip- Più Città, già dateli alla lega , tolto fi arrenderono ; E du^ tA ioro ar- . ° ,, % i /• • ,, . . f g tenjinjofe. rotte poi, che rileuo l’efercito di vmena , innalzarono l’armi Reali à gran polto . Ma in Roma il Pontefice cominciò ad intorbidargli vn poco quelle apertegli ferenità. Perl’inter-fettione del Cardinale di Guifa , ii era già molto contro di lui alterato . Ora tatto il fecondo palio di congiugnerli col Rè di Nauarra , lo pretefe incorfo in due irremiliìbih delitti; l’vno, di hauer violato il iacro carattere Cardinalitio; l’altro, della detta fua congiuntione co vn principale nemico di Santa Chie-¡M*£jLh • Publicogli contro vn Monitorio, in cui protettogli, fot-,m,r* ,1 l0 pena della fcommunica la fubita rilaifationede’Prelati,che teneua per anco prigioni, e di douer' in perfona, ò altri per lui, comparire nel termine di due mefi in Roma , per efcol-parfene . Ciò però non diltolfe Henrico dal difenderli , e fo-llenerii la Corona fopra il Capo . Confidò di potere vn giorno dichiarar’al Papa, & al Mondo la fua tradita innocenza, e con quella fiducia , alhilito da tremendo efercito, accoitof-