X ¿8o DE' FATTI VENETI i 642 c^e haueffcro potuto in tempo alcuno pretendere con Ia_» Sede Apoftolica , e lo ftato della Chiefa . Era quefto va_» voler troppo profittare prefso a tutti lopra ie difauuenture vn foJo . Altro è hauere vna ragione , e per ftima , e per rifpetto non efercitarla , ed altro affatto perpetuamente,* fpogliarfene . Ciò nulla che fare hauea con le controuerfie di Caftro. Neffun tocco fe n’era fentito dianzi mai da Roma , da Spada , nè da verun’altro / Ma inforfe finalmente di mezzo via vn’altra marauiglia, che troncò il tutto dalla radice . Si venne a (coprire, che_, Poteri del i poteri di Spada medefimo non erano (ufficienti per trattar’, spafiL e tanto meno , per conchiudere , e fu creduto , che hauefse nel principio dei negotio moftrata a Gtone vna tìnta carta / errore , che fe tra priuati , c per priuata caufa è dannabt~ ]e , fi penti quanto più tra Prencipi ed in Congreffi , e de-liòerationi di frati decifiue. Variamente fi fcrifse , e li difcor-fe allora , fe nella coniegna dei poteri fofse itato Spada di ciò auuertito , ò fuppoftili quali eisere doueano, partisse ; , da Roma fenza rifletterai . Certo fù , che si disunì imme-dif 'uni/fe ti diate il Congrego , e lì vnirono li due Duchi di Parma 9 Ccugrtjjo e j^otjona ^ configliar’inlìeme ciò che haueffero potuto vnanimi intraprendere in rifentimento vna volta degli dati tolti, e de’torti, e de beffeggiamenti ingiuriofi , inferiti loro dalla Cafa Barberina. Era fuanito à quelio di Modona uòZ‘°-e- vn concerto d’occupar’ improuifamente Ferrara; e aìTaltro d'iniignorirtì di Cento, hauendolo il Cardinal’Antonio, fo-sntmti. praggiunto in que* contorni à tempo , molto bene fortificato . Riufcite loro vane ambe Imprefe , e già rigorofamente aggiacciatofi la ftagione , pensarono di paffar* in qualche maniera à iuernar le loro militie nello (latode’nemici.Cona-municatione anco il pensiero alla Repubiica , & al Gratin Duca , parue a il’vno , e all’aitra con prudente consiglio di (ìorueli , mentre io iìeifo Cardinal’Antonio farebbe ac-corfo con Tarmi alla mano à impedirgliene fanguinofamente Tingreilb. Quelle in Italia preparate connulsioni , non però offen-deuano la fola Italia. L’armi , che fi aguzzauano mortalmente nelTifteffo tem-dt II’Impera’ po in più parti la conquaifata Chrilìianità. Si trouaua Tlm- — . ' /-I é- fl n ( D fc* Ivi A M ■ r. . A H r. Iti ^(nai __,F 1 — I Difegnì di Duchi di T r^uagli w‘~ perator’in Germania* non più lìcuro nella Città medeiima di Vienna . Era ftato diftrutto dagli Suedefi vicino al Re-; no