I LIBRO SECONDO. 77 martirio alla gloria > ed ecco , eh' io olo il primo à infegnartii , come s’arda sii /' Altare della fede , e della Patria , e come 'volino rviue in Cielo , e ? 5 7 * nulla refiino morte alla terra /’ innocenti ceneri fagri fìcate. Efprettòfi con quelli, c con più teneri, ed appaflionati con- p» t»i. tetti il Bragadino , non mancò di feguitare con la perfona !a TZ‘ ZI voce . Corfe il primo fopra le muraglie . Dietro ad eiTo an* ‘f/*' \ dò ciafeheduno adefporre il petto , doue gli n’ era (lato preferito il comando , ed in vn punto videfi tutto il circuito foltamente coperto, ed armato. Apportate già dai barbari, come s’è detto, le loro Artiglierie, fpecialmente dall’Arfenale fino alla Porta di Limifsò, co-minciaronoil giorno diecinoue Maggio, àberfagliar con grand’ £'£££ impeto le muraglie ad alto; e li difenfori prefero anch’ eglino à ricambiarneitiri. Fallato il Bragadino nel Torrione dell* An-druzzi; il Baglione in quello di Santa Napa , e’1 Thiepolo nel terzo , nominato il Campo Santo, dauanocuore eccitamento à gli altri con le preghiere, con le la grirne, e con ì’efem pio. Stu-diauano principalmente i nemici ad imboccar loro le noilre Artiglierie, & àdiftruggere li parapetti; e mirauan’elTià far lotter-io, ed ara pezzare i danni, e le pietre sbattute, efconuolte. Così per molto tempo continuoffi, e parea, che i nottri più fortunata- 2Ìjw, mente colpittero.Faceanoipecialrnentevna gran ftragede’ Turchi alcunigrofliCannoni, che itauano piantati sù certi edifitij.ee-cedenti l’altezza delle muraglie, e chevolauano a colpire al di fuoridiioprauialiripari. In qualche iortita, arditati tal’hora, pur nonfirettauadi riportar vantaggi, e di vincere .finalmente la lunghezza dei tempo, che è nemica irreconciliabile de‘ più deboli, fù quella ,checominciòà far variar notabilmente lecofe. Cominciò à mancar la Poluere, per cui furono cottretti li Giri-lìiani à fcarfeggiar* itiri, el’oiìefe.* e tanta gente andarono con-fumando nelle fortite , che non ottante , che vincettero , non fùpr0UiJi,m' buon configlio il continuarle , ApprelTatifì perciò i Turchi alia contrafcarpa , ed in gran parte foratala , fe ne refero padroni , dopo vn’ eccefiìua reciproca mortalità , entrando, fermandofi nella fotta . Quella tanta vicinanza tolfe a’ noftri Zurlf, la facoltà di poter più , nè con le artiglierie, nè co’ mofehet^ ti fcacciarueli, Ricorfero ai fuochiinuentati, & alle Bombe_>. Me gittarono; ne fparfero dalle mura in quantità; Arfero , ed vocifero molti, e molti, ma non fù mai potàbile a farli ritirar di vn patto ; poiché vn vatto efercito facilmente rimettea le^\vT/S perdite, e qualunque percoffa, infattìbile gli ÌÌTendea. Cosìfer-ciatut!i* £uufiacosìconferuatittnella follaiTurchi, dieronodi manoal-; L te \