276 DB FATTI VENETI, 1607 ne de) tranlito per la via di Berna , diBafilea , e di Zurigo a tei mila Fanti , Tempre che peruenuti vi fodero ; ma i concitati Grifoni non vi fi acquetarono . Lanciatili fuori dei rozi loro alberghi diftrittuali , corfero a Coìrà , Città Metropoli , e con grande ìmpeto , e ferocità , iui altamente ef-clamarono contra quel Gouerno . Che per poco , e vii de* naio indecentemente , e con nota dell’antico decoro della«, natione , fi mercantale , e vendefle il libero paifaggio a mi* Jitie eilranee. Trapalarono poi dai clamori ai fatti ; e come quelli, che acciecati , e furibondi d’ira , corrono forfenatamente ad if* fogarfi , & a colpire colà , doue credono l’origine dei loro mali , così eflì pervadendoli , che il tutto prouenifse daidi-inquìeta- ligenti maneggi del Segretario , Antonio Maria Vincenti, qui, nou'^ì- ui ancora Residente Veneto , si auuentarono con gran tu-multo contra la fua Caia , per farne vn’ingiufta , & enorme vendetta . Accorfero opportunamente per faluarlo da vn_, tanto pericolo , i principali del Gouerno . Lo aificurarono prima di non efser’eglino partecipi di quella grande infolen-za 5 anzi che l’haurebbono à tempo proprio rigorofamento reprefsa . Pregatolo poi di non arrogarsi à ingiuria vn’attio-ne impetuofa , di abiette perfone , che, si come non fapea-no ciò , che fia l'offefa , meno erano capaci di offendere , lo armarono di buone feorte , e leco accompagnati dodeci dei loro Consiglieri , lo fecero ricapitare in sicuro luogo , frmifan yoiend0 anche iicufar’il cafo , ed atteftar’il loro graue dispiacere prefso alla Republica , ne dierono l’incarico al Salice , che per anco dimoraua qui, & egli appofitamente , e con gran rifpetto fodisfece all’ordine , & al defìderio loro . Sceile il Senato di moftrar del cafo più dolore , che amarezza , non volendo * per dar corpo à vn’accidente , perdere la foftanza del più importante feruigio. Moftrò di acquetarli alla feufa , e moltrando inlìemo , v uaVt che il contentare que* tumultuari] , foife il fuo maggior Condir/«! lort tento , allargò la mano per prenderli all’efca j Procurò con ÌLÌ' l’oro , ch’efce dai monti , di aprirli la ftrada dei monti ap; punto , e così esborsò altri fette mila ducati in aggiunta degli , già contribuiti prontamente per innanzi. il Pontefice non mancò anch’egli di far tutta la fua Pa.rte altroue per impedire , cheveniftero dalla Lorena le miìitie, accordate già dalPrencipe di Vademonte . Efficacemente ne fcriite al Duca Carlo fuo Padre ; Parionne con gran vehe- men-