608 DE-FATTI VENETI Ginetti, nominati i loro Plenipotentiari) . In quefto lume, che parea fpuntato, per influir, in ogni Regione le felicità , e le paci , auuenne , che fi fofpefe anche qui a Ve-net*a differenza co Roma già rapprefentata per lo Confole renx«dt7 di Ancona . Ne intra prefero, e ne finirono l’opera i mini-c°tZ-l Ari foliti Francefi . Egli ritornò alla carica , e vi fù corte-femente rieeuuto dal Gouernatore , Il Senato poi gli concedette la licenza di partire per qualche tempo , à cagione de fuoi domerei affari ; e in tal guifa reftituitifi vicen-deuolmente gli animi alla fodisfattione , e alla quiete ; il reftituiron’anco all’ vdienze i Miniilri . Ma fi come in vn Cielo , che lungamente torbido , faci! è , che rifehiarato » inforgano à ricoprirlo altre ofeurità j cosi appunto fucce-dette trà Roma,e Venetia, poco dopo aggiuftatafi la differen^ za del Confule d'Ancona . Inganno!]] à fupporre la prudenza , che ammclitaiì la durezza d’vn male in vna parte , non poffa concorrere queU’ifteflò cattiuo humore à maggiormente gonfiarne , e tormentarne vn’altra . Sperò facile r Ambafciatore di Francia , LaTuIlerie , che il già battuto fentiero d’Ancona , ageuolaife , e liilìaffe quello ancora deli* pcr^A/u- Aluuioni del Pò , onde ne riprefe il negotiato, e fi riduffe-àè»ud ro jj (jue f0|jtj X)epUtati Senatori , Nani , e Soranzo, con gli altri miniftri à frequentarne i progrefii . La propalinone , che parue giuftamente fatta , e per ciò adherita nel principio anco da’medefimi Ecclefiaftici , fù di firmar’vna linea diuiforia fopra il terreno allora ftante, e in ogni ca-fo , che variafe il fiume il corfo , e che formontaado il fegno , ne trafportafse dalla Donzella , eh*è Luogo di Veneta ragione , fu’l dominio della Chiefa , anco della Chie-fa s’intendefse ; ficome all' incontro , togliendone da Goro, di ragione della Chiefa , e portandone sù'l Venetiano, fof-fe Venetiano parimente quefto. Si cambiarono poi gli Pon-tificij di propofito 5 difeordarono dalle concertate mifure , e fìrauagantemente pretefero , che Portouiro , d’indubitata cadu,-,. ragione della Republica, appartenere alla Chiefa , per lo che lafcioiiì cadere il tutto. Ma in tanto , che qui à Venetia affaticofamente fi ver-fa fopra pochi andanti terreni , e riuolgimenti accidentali d’acque , e fiumi • ecco à Roma , che vengono fconuol-te le più gloriofe antiche memorie della Republica immortalmente legnateli col proprio fangue . Non v’ era allora^ Ambafciatore Venetiano in quella Corte , già conceduto hauen-