(!()!) MCCCCCIV, noviter, zoè cl ne à preso n.°. . . et manda a la Signoria, e fo aeeplato et parlilo a tutti di Colegio un pezo per uno etc. Da poi disnar lo gran Consejo. Fato 2 sora i alti di sora gastaldi, sier Marco Bolani fo podestà a Padova e sicr Francesco Bernardo fo consier podestà a Bergamo, in luogo di sier Marin Zorzi dotor havia refudato, e sier Alvixe Capello fo podestà a Chioza. Et fo fato camerlengo a Bergamo, lo fui tolto me nolente, el non era a Consejo ecaziìi. Da poi fo Pregadi, et lelo lettere, et tra le altre questa. Di Ferrara, di sier Marco Zorzi vicedomino, di 5. Come el zonse lì Piero Zuane da Forlì, e fo col ducha solo, el Cardinal et Lodovico Ominela secretano novo, etiam poi con Nicolò Bendadio secretano, et subito spazò a Roma. Si dice Valentino vien a Ferara. El qual Piero Zuane lo vene a visitar perchè lo cognoscè in Savoia, et feva fati di la Signoria nostra, et li disse il modo andò a Roma ut in litteris etc. Da poi restò Consejo di X con zonta di Colegio. Credo scrivesseno a Roma, el steteno fin hore 4 di note. Unum, est, fo ordinà mandar quelli presenti scrisse l’orator. Da Catharo, di Zacaria di Freschi secretano, di 17 dcqembrio. Come, havendo mandato Baptista Sereni a Scutari da Ferisbei sanzaeho, ritornò. Qual sanzaeho li dimandò si havia auto risposta di Venecia et di Alexio. Li rispose che la- Signoria si meravigliava di lai dimande, atento nulla era in li capitoli di la pace. E il sanzaeho disse li saria gran nota, che niun sanzaeho non avesse perso si non lui Alexio. Or ditto Baptista li dimandò si l’havia auto risposta di Constantinopoli rispose di no, nè l’aspelava fin uno mexe e mezo over do, perchè havia mandà a Costantinopoli el vayvoda di Monlenegro con molti presenti, e staria assa’ a ve- 320 nir per le gran neve, et havia mandà a dimandar licentia al Signor di poter andar a Constantinopoli ; et che per conto dii Signor non poi mandar più olachi; e che di le saline è a Maldaro reputava la cossa ferma ; e havia scrito al Signor, e di la risposta aviserà il proveditor di Cataro, e però esso secretano poteva ripatriar ; ma ben el disiderava saper zercha Zuppa, si la Signoria volea pagar quel che ’l Signor scodeva di quella. Li rispose è destruta. Or ditto sanzaeho lo rimandò con una lettera credenlial di la qual manda la copia, et una di Cason franco. Et iterum esso secretano à rimandà il prefato Baptista a Scutari, el qual li dimandò la carta di confini di Dulzi- GENNAJO. 670 gno e Anlivari. Rispose mandava da’ antivarani a tuorla, et che I scrivan havia l'bordine, et di Dul-zigno non bisognava ; e di Budua, voi che ’l vayvoda eh’ è ito a Costantinopoli, ahi la sua prebenda da’ bu-doani, li qual budoani l’hanno zà aparechià. Item, li dimandò aver trala di formenti. Li rispose non esser di lì come a le Seres e Salonichi ; ma esser gran cha-restia più presto ; e sopra questo fo qualche parola. E a la fin dilto sanzaeho disse: « Fate che vengi vostri navilj con merze, si ben fusse naranze, che lasserò trar tormento ». El qual formcnto vai aspri 37 in 38 la mesurf, eh’è manco di uno staro, et verà a raxon di aspri 40 il staro; et ne.son pochi formenti. Item, di novo, dilto Baptista intese lì d’alcuni in c.i-xa dii sanzaeho, esser nove di Costantinopoli come il Signor mandò per i soi tì fioli, che venisseno a la Porta a certe noze over circoncision di puti ; li quali, come si se havesseno parlato 1’ uno a l’altro, tutti risposeno: il Signor non si pensi che veniamo da lui. Et che li ditti stano con custodie; et che la raxon che ’l Signor li voleva, era che, zonti fosseno slà, li voleva far amazar 5 di loro et a uno lassar la Signoria, ma non si sa a chi. El avisa quanto ha etc. Le leltere dii sanzaeho comenza da: Mi Ferisbei sanzaeho di Scutari et di I’ Albania ete. Dii proveditor di Cataro sier Hironimo Foscarini, date a dì 17 dezembrio. Come su la piaza lì e a la porta di la marina, con le arme è stà expugnada per li homeni di la galia arbesana era lì. E li richiese al sopracomito Hironimo Cernota. Non stimò, nè li volse òbedir, imo expugnò le porle di la terra. Item, à sier Lorenzo Zaguri zenthilomo di lì e dazier di la becharia, per do galioli fo preso per li cavelli, ferido etc., et lui fè comandamento al sopracomito li dovesse darli ; non volse. Or manda uno messo qui a questo effecto, et etiam lui proveditor fè la condanason, qual la manda in scriptis. Et ogi in gran Consejo, fu posto • per li consieri elezer uno avogador in luogo di sier Antonio Zustignan doctor fo electo, qual è orator a Roma, al qual è resarvà a intrar in loco del primo vachante; et questo si intri in loco di sier Vincivera Dandolo che compie. Ave 63 di no, 1104 de si, e fo presi). Fu etiam posto per i consieri una parte, che a domino Andrea Recuperalo dotor, fo uno di citadini faentini veneno qui, et domino Cabriel di Calderoni dotor, li sia dato, atento li meriti loro, tre vichariadi in le nostre terre per cadaun. Ave 80 di no, 688 de sì, e fu presa. A dì 8 zener. In Colegio. Vene l’orator di Ferara per quelli cavalli, et ogni zorno vien per tal offecto. 320*