LIBRO SESTO. 273 entrar in Collegio a humiliarfì al Doge , & alla Maeftà del- 1607 la Patria ; ej parti già , e già era feco per partir’infiemo , Pietro Bondimiero , Proueditore foftituitoui > co’ trenta Go-uernatori di Galee fottili , già eletti , quando potè diril * che nei medefimi momenti foprarriuaffe il Cardinale , già detto , di Gioiofa , affrettatola dal Rè , perche potette capitari tempo di fermar Tarme , e gli fopraftanti fcon-certi . La grandezza del perfonaggio per la nafcita , e per la-j porpora 5 la rapprefentanza , che foftenea eftraordinaria^ , di vn’altra Maeftà , e la grauità della caufa , e del negotio , per cui compariua , obligò il Publico ad incontrarlo , accoglierlo , ed accompagnarlo con le più fontuofe , e nobili di-moftrationi . Fù nel primo giorno , e nella prima vdienza», del Collegio , feguitato da gran numero di Porporati , o parlò pubicamente , e generalmente. Accompagnatoui poi nel feguente da due foli Sauij, vno del Confeglio, Francefco Molino Procuratore, e l'altro Luigi Fofcarini di Terra ferma, fi difufe in più fuccofo , e ftrignente officio. Del gran debito alla. Republica del fuo Re , Della fita pari inchinata of- Fl feruanza werfo l’Apoflolica Sede . Del di liti zelo alla cattfa > al bens fuo ■ comune di Chrtfltanità , fintoli, ( dijfe ) che troppo acutamente trauaglia-nano l’animo reale della, Maefìà Sua per quelle moffe , che feorgea imminenti a [enotere , ed à traballare i due pia forti Cardini dell Italia , Roma, e 'Venetia . *Non pator'i loro jconucglimenti , che il Mondo Cattolico vuota andante di fortuna in fati or de’ Turchi Infedeli , Il Sommo Pontefice , Capo , e Paflor del Cbrtflianeftmo , La Republica , fonatagli da Dio <■vicina per forte braccio di <-vna tutelar difefa , toccando, così all’amo , co, me all'altra di foccombere , douerfi preuedere ‘•un’eccidio d’ambi , che mandi fino al Cielo la poluere delle ruine . aNon effendo perciò meno crudele degli eferetti , e dell’arme chi fi trattenefse di runa tanta funefta tragedia fpet-tatore ociofo , precorrerne gli accidenti lagrimofi la Mae fi à d'Henri co con-* l’efprefsa fpeditione della fua per fona , per porgerui opportunamente la mano , e fermarli, Conofcere ogn’<~uno , che due dure felci non poteuano abbijsare infìeme le loro cime , fe non egualmenteamendue ptegandoft , altriynente nonhauereb-be na fola potuto farlo 3 che fpiantandofi dalle radici # Pregar per tanto con zelo religiojo la Maeftà Sua la Republica , di far a lui <-vn corte fe dono delti due prigioni Ecclefiaflici 9 non già , perche ciò feruir douefse di ejempio in alcun tempo à venire a ma per Promettendola *vn depofito pretiofo nell’animo fuo ,. e di non. valerfene , Hhh cke