707 MCCCCCIV, GENNAIO. 708 limi Johannis. Primo, lo exortono a venir a li confini de Italia, e mandi a rechieder la Signoria nostra di liga con soa majestà e li reali ; e a questo il re li rispose aver tentà la Signoria a liga per via di domino Lorenzo Suares orator yspano e altri, e la Signoria li ha risposo la pace dii Turco non è bona, e non voi far contra Franza, licct da loro sperino pocho ajuto. Zercha al venir in Italia, à gran voglia di venir, ma li bisogna prima sedar le cosse di Baviera. Poi introno in la pace si trata a Lion ; et che; olirà domino Philiberto, manda etiam Certayner suo secretario, e uno dii conta’ di Fereto per oratori (e), per dar più reputation, etiam quel don Diego maistro di caxa, stato assa’ con l’archiducha etc. E che saria bon la pace seguisse, perchè intende el Turcho fa 339 ‘ grande armata e potria esser el re di Franza lo facesse passar in reame, e saria mal per la cristianità ; però è bon veder l’aeordo e pace di christiani etc. concludendo che ’l re ha vqja di la pace per tochar qualche danari. Dii ditto, di 7. Come il papa non ha scrito fin qui nulla al re, lamentandosi di le terre di Romagna aquistate per la Signoria nostra. Item, il re ha ex-pedito Certayner suo secretario in Franza, el qual non sa altra lengua cha la alemana ; et che a dì 15 sarano 000 homini d’arme in Augusta per le cosse di Baviera, e il re vi anderà, et traterano far guera al Palatino, e farà una dieta, licet alcuni tien che si adatarano tal diferentie. Et poi si partì el principe et Signoria, et rima-gnesemo nui savj ad audir sier Andrea Griti, per nome suo et di allri merchadanti di Conslantinopoli, per il credito loro. Et dimandono ducati 45 milia, videlicet 34 milia liberi esalili, nè ha contradition; li altri, utpatet, più difuse dirò di soto. Et fo consultato de modo. Tutti disseno la so opinion. Etiam fo alditi li capi dii banco di Garzoni nuovi, videlicct sier Marin Grimani, sier Marin Morexini, sier Alvixe Zorzi qu. sier Francesco, per esser fati creditori di ducati 20 milia fo piezo la Signoria per parte di Pregadi ; e ditoli si consulteria. Et intesi ditto banco à 518 creditori, per ducati.... A dì 14 zener. In Colegio. Veneno do oratori di la comunità et terra di Santo Archanzolo, con lettere in soa recomandatione dii provedRor di Arimino et sier di Zuan Alvixe Pixani proveditor di lì, el di la soa comunità di credenza, sotto scripti fide-/issimi servitores antiani et consilium terree Sancti Archangeli. Et li oratori sono: domino Ma-theo Charaboto et Bartolomeo Rugerio. Et questi feno una oration vulgar di aversi dato a la Signoria no- stra volentieri; aver palilo da quelli dii dueha di Urbin e sacomanali, et presentono li soi capitoli. El principe li ricevete volentieri e aliegramente, et co-messe a li savj dii Colegio la soa expeditione. Vene il signor Pandolfo di Arimino e il signor Carlo suo fratello, dimandando la loro expeditione e la conduta. Li fo ditto si l’aria. E dimandato si ’l ducha di Urbin li havia prestato do sacri, disse di sì, et-comparse Nicolò da Udene per nome di la duchessa a domandarli, e fo comesso a 1’ hordine nostro, et li femo lettere li fosseno restituiti. Item, il principe li parlò zercha li campi erano molti a Cita-della restanti a pagar, et che bisognava far a tal exe-cutione. Disse molto volentieri. Vene il legato per cosse parlieular di beneficj, et fo ordinato a li avogadori lo expedissa etc., nè di cossa publica parlò alcuna cossa. Di sier Zuan Antonio di Renier camerlengo a Ravena, e olim pagador in campo. Mandò il conto di la dispensatione de li danari auti, che sono zercha ducati .... milia. Da Lion, di sier Marco Dandolo dotor et eavalier orator nostro, di 6. Come non ha scripto, perchè a dì 27 dii passato li saltò febre e la ponta con gran pericolo. Quelli medici fè ogni cossa et fa per varirlo; Idio non volse el morise per amordi 7 fidi l’ha. Adeo più non potrà exercitar la legation e si duol; però si provedi di uno altro; è stato mexi 18 fuori. Il re, zonto Roan, partirà per Bles, crede a dì 14, e voi mandar con soa majestà Zuan Baptisla Palmario suo secretario, perchè fin mezo fevrer non si potrà ajutar. El licet fusse amalato, ricevute nostre lettere, mandò il secretario da monsignor ili Namors a comurticharli la risposta fata al legato et parlarli sopra questa materia etc. Dii ditto, di 7. Come, non potendo parlar al re, mandò il secretario da monsignor di Namors, e li disse di la risposta fata al legato; rispose aver inteso il tutto per lettere di domino Acursio e basta. Poi lo mandò dal gran canzelier, e li piaque assai la comu-nichatione, dicendo: «Elpapa est caput omnium, e li altri principi è ubligati ajutarlo; però è bon quella Signoria pacifce si acordi con soa santità ; >■> e che il papa era di natura che ’l voleva risanar le piage fate a la Chiesia, e saria mal la Signoria fusse contra il papa etc. Poi, zercha Roan, si dolse di la difidentia l’havia di la Signoria nostra, maxime in aver mandà per el salvocondulo, dicendo è stà honorà in le nostre terre ; poi promise far ogni bon oficio in tal materia con la chrislianissima majestà. Dii ditto, di .... Come mandò il suo secreta-