535 MCCCCClll, DICEMBRE. mano, data a dì... . Come è venuto a lui 4 ho-nieni di Borgi, si (Liriano a la Signoria nostra. Item, in Cesena, non obstante sia venuto il breve dii papa, è molti voria San Marcito; et che fiorentini adunavano zente in Galiada et Val di Bagno, et voleno aver Borgi. Aricorda saria boti tuor Civitella e Val-doppio, castelli ai confini de’ fiorentini che importano etc. ut in litteris. Di Zuan Filippo Aureliano colatemi zeneral, date in Faenza do lettere. Zercha quelli stra-lioti et altre cosse di soldati. Fo comesse a li savj di terra ferma. Da poi disnar, fo Consejo di X simplice. Et veneno zozo a hore 24, et spazono Marco Saxo olim cao di guarda, era capitanio di 7 savj, che domali el fusse apichato, come scriverò di setto il tutto. Et Colegio si reduseno a consultar, e al tardi. Di Faenza, di provedi tori, di 12, hore 3 di note. Come era venuto lì uno capo di squadra dii conte di Pitiano con uno homo dii castelan è in Cesena, dicendo si darla quella rocha a la Signoria nostra. Item, che non reslerano etiam la terra di darsi, licci havesseno cridà : « Chiesia! » e volevano li balestrieri di esso conte per favorir la parte ; li hanno risposto non li mandino. Item, domino lacomo Campezo li ha mandato a dir che domino Sci-pion di Tiberti et Stefano Fantaguzi so cugnati voleno 252 * dar quella terra a la Signoria nostra, nè temeno per aver cridà : « Chiesia ! » e che si mandi lì Zuan Paulo Manfron con la compagnia, e Prandio dal Borgo con li balestrieri alozato al Porto Cesenaticho, che li farano intrar, soto nome che il conte Nicolò di Bagno vi voi intrar per fiorentini ; et che poi la Signoria nostra la porà render al papa. Item, uno certo citadin faentino, qual lo nomina, voria trar per mar soa valonia di Rimano, et condurla lì. Item, domati parte li oratori faentini vien a la Signoria nostra. Da Chioza, di sier Vetor Trun podestà. Voi alcuni legnami per reparar i lidi ruinadi per le fortune. A dì 15-dezembrio. In Colegio. Vene el conte Bernardin di Fortebrazo per certe cose di sopra le camere etc. Havia con lui uno fiol suo, tutto disposto, di anni .... Veneno l’abate di Borgognoni e il prothonotario Mocenico, per una causa di uno jus patronatus, ut dicitur, dii conte Zuan Francesco di Gambara con domino Matheo de Ugonibus olim vicario dii vescovo di Verona ; e fo gran parole etc., perché il Gambara dele etc. Vene lo episcopo di Rossi ringratiando di la previsione, pregando aver licentia li soi di poter portar arme; et li fo ditto si scriverla al podestà di Trevixo ge concedesse. Etiam fo scrito al prefato podestà facesse publicar la parte presa. Vene l’orator yspano, e fè introdur il castelan di Faenza, qual si contentò de li danari e se li darà domati. Poi il ditto orator volse foseno chiamà li capi di X, et expose quanto l’ave a dir ; credo tra mi far intelligentia col suo re etc. E nota, prima, pieno Colegio, disse havia veduto una navegation di Coloqut, et che non credeva tante cosse; e che re Alfonxo soleva dir, in la Spagna era 100 savj, zoè 50 in Cha-sliglia, 40 in Cathelogna, 10 in Navara, Aragon et... et in Porlogalo non era ninno. Disse con gran gratin : è bon motizator. Da poi disnar, fo Pregadi per expedir quelli oratori padoani e dii Polesene, per le aque, per 1’ opinion di sier Mariti Dandolo e sier Nicolò Pasqualigo; ma li consieri non vene, solum sier Andrea Corner e do cai di 40 vice consieri, zoè sier Nicolò Memo e sier Domenego Griti ; et però leto le lettere, fo li-centiato el Pregadi, el fo bona hora. È da saper, in questa matina, in quaranlia criminal, sier Vicenzo Dandolo avogador prese parte che li Pexari dovesseno dar li processi etc., di li qual se possi aver apellatione ; ma prima essi Pexari veneno in Colegio, et presentò do processi di sopracomili, uno di sier Polo Nani, sier Marco Antonio da Canal e compagni, et uno di sier Zuan Morexini; et fono mandati a li capi di X, dove li si vederà si dieno aver apelatione. Et ogi, poi la campana, fo impiccato Marco Saxo por diliberation dii Consejo di X fata eri. Et questo perchè voleva amazar il nostro serenissimo principe si l’andava uno inercore per palazo justa il solito; ma ldio non volse ; non vi andò. Et etiam voleva amazar suo fiol missier Lorenzo Loredan, e andò una matina a la Madona di Miracoli dove 1’ andava a messa per amazarlo ; ma ldio provele che ’l vene fuora di Chiesia con 4 zenlilhomeni nostri e andò in barella. Or el ditto, di (al so voler eativo fo incusato al principe nescio quomodo nè da chi, ma ben so che fo chiamà un zorno, videlicet a dì.... di questo Consejo di X et preso di retenirlo. Fo butà il Colegio: tochò a sier Domenego Bollani consier, sier Alvixe Malipiero cao di X, sier Vincivera Dandolo avogador e sier Bortolo Minio inquisitor, quali si reduseno spesso ogni dì e tal di do volte per aver la verità, e li dete la corda e il fuogo, et non voleva confessar; pur a la fine confessò. El cussi eri, nel