LIBR.O QVINTO. 241 Doria ancora Per cofa certa s’intefe , che tendeua il fuo ar- 1601 maniento contra la Città Hi Algeri in Barbarla, affine dipriua-redi quell’AfiloiCorfah . Sieraeghperfuafa a crederefaciiif- ^ ^ iìmal’ImpreTa di molte riceuute relationi di gran debolezza,e Ai^>. di poca guardia, ed haueaneferitto il Rè Filippo anche al Vice Rè di Sicilia, e Napoli, perchefegliaccompagnaffero con lelo-ro fquadre. Slazziatofi dunque dal Porto di Genoua approdò in Sicilia , doue rallignate quarantacinque Galee di varij Prencipi, ecomparfe con effe in vifta dell*Africa,quiui gli capitarono au-uifi, dtuerfi in tutto da quello , che gli era flato riferito innanti. Yrouò, che Algeri, in vece di debole , e di fproueduta, era perfettamente munita, e fortificata. Stando poi Torto, venne affali-to da gran borafca , che gli diuiTe, e itrapazzogh le Galee, e che Io fece riToluere, Tubito, che potè riunirle , dì ritornare addie- a^;Z tro, e direftituiriìà Genoua. SuaniteintalguiTa l’ImpreTedigloria, ne intraprefero di cor-To, e di rapine li due Vice Rè diSicilia , e Napoli. Mandarono vna buona flotta di Vafcelliàteffere , e ad infestare i mari, inua-dendo Tenza diftintione Chriitiani, T urchi,& Hebrei,e commettendo tutti quei mali, che Togliono li Pirati commettere. Fece il Senato, chel’AmbaTciatoreSoranzoinlTpagna Tenefamentaffe ^ altamente col Rè Filippo ; Ricercaffe lareliitutione de’ rapitilStasM' VaTcelli, e Capitali, e infiiteffe, perche foffero puniti i rei, e Teucramente prohibiti in auuenire fimili misfatti. Riportò il Soran-zo dalla bontà della M.S. ciò, che più poteadefiderarii. Graue fentimento; Tdegnofiflìmedeteitationi;rigoroii comandamenti ai Vice RèdirilaTciareilmaltoko,e di douerTene in qualunque modo aitenere. Ma ò che l’auido intereffe più poteffe degli ordinireali; òche la lontananza neTcemaffeloroil rifpetto, poco,ò^' nulla obbediti furono - Se ne rifentì infinitamente il Senato,e per lo (prezzo di Te itelìo, e per quello, che vi andaua vnito, del Rè Cattolico . Giurò quella carta, che accoftumano di giurare i Prencipi nelle più graui loro premure. Inuiò à Madrid Otta- ona,,^ uian Bono con carattere di eftraordinario AmbaTciatore a per- btifcìatora chelevoci,elamentationidiqueitoefpreffoMiniltro , muoucT-Tero con maggi or calore il Rè àf adì affolutamente obbedire. Fù l’animo della M. S. come vna pietra da forte polfo battuta , Sfamilo di vn’appaflìonato Tentimento. PromiTe mantenne, e replico nella più alta, c rigoroTa forma ad amendueli Vice Rè, che doueilero richiamare Tubito dal cor io quei VaTcelli infettatori ; Che fi reTtituiiTero le repreTaglies e protetto pene terribili,anche di Maeftà ingiuriata,contra 1 renitenti. A a Ma