PARTE QUARTA, s : ,79 Marc gli argini di queftiLiti, e di quei di Chioggia , pene-trò , ed allagò in qualunque parte la Città ; Guaiiò i Pozzi, feruenti aH’ufodel viuere , e benche dopo reftituite ].’ acquei«*»** a* fuoi ordinarij limiti , foife inceilante vn’ induitriofa efpur-gatione , non fi potè far tanto , che la rimaita falfedine non incomtnodalTe in vniuerfale la falute. Pafsò così , efenza accidenti di rimarco V anno ; Ma nel feguente pullularono à gran fegno in Venetia i peflìmi femi lafciatiui dall’ acque medeiime falfe , Proruppero in vna fie-riifima peftilenza , chepriuò dì vita gran parte degli habi- 5 P'A* tanti 5 che tra le morti , e le fughe , per fottrarfene , riduf-ie poco meno , che a vn diferto la già popolati ifima Città ,• che interdiffe le riduttioni , e i commercij , e conuertì in penuria eftremal’ampia fempre goduta abbondanza.Nefsuna diligenza, fatica , e pericolo fi rifparmiaua, per riparar’, e togliere il crudele flagello . 1 deftinati dal Senato à tali fpinofe cure, efponeuano continuamente le proprie vite per l'altrui falute . Lrano incettanti, & vniuerfali le proceifioni , e Je_, i preci . Jbfponeuafi ogni giorno V AJtiiiimo nella Bafilica-, \ di San Marco ; e tré almeno alla fettimana per tutte le Par-roccnic . finalmente in cafo di tanta pietà t Jagrimòdall’anima il Senato vn’ vltimo sforzo della iua religiofa deumione per impetrare in aiuto la Diuina mifericordia . Decretò in vo- ‘r„. ,n to di erigere vn facro , e maeltofo 1 empio alla CìiuJeca , de-dicato in bifogno di redeqtione al noitro Redentore appunto t&Z Parue, eh’anco incominciaffe à diminuire dal colmodelle itra- gi 1 horrida influenza , e 1 onnipotente mano Diuina, non be- ^ nedicendo mai, che perfettamente, bailo, che princioiaffe per finire all’ intero , 1’ ira del caiiigo. P P ’ . Solleuatati Venetia in tal guifa dai fiero morbo, fi conduf-fe proceflionalmente il Prencipe , col feguito di tutto il Sena- * to nel terzo giorno di Maggio, à piantare Ja prima pietra del^r lacro I empio , ìlquale poi deitinato alla cura , & ali’ hofpi-tio de Padri Capuccini, viene tutt’hora ogn’anno humilmen-te vifitato dal Doge , e dal Senato medefimo, la terza Domenica del mefe di Luglio, in diuoto, e continuo riconofcimento della nceuuta gratta. ' f Mentre aflliggeua il Cielo Venetia con la peftilenza e nel tempo Iteflo molte altre Città della Republica, e dell’Italia ì volle il nuouo Imperator de’ Turchi agitar’ anch’ egli il Mondo col fuo minacceuole , e potente braccio . Salito nel Solfo, penso, con 1 vfo ordinario di quei barbari Monarchi, ad alcuna %