122 DE’ FATTI VENETI tenari, fi redimirono alla libertà . Le altre Galee diiììpa'e , l*7l abforte, & andate à male , fi calcolarono circa ottanta, dopo intefofi, che quelle fuggite trà Vluzzalì, & il foccorfo, furono quaranta in tutte . S* impiegò nel retto tutta quella notte à medicare i feriti , & in altre opere limili di gran pietà . La mattina , il Generai Veniero, per dar miglior commodo à gli altri , & à le lìetTo JJiu d™- ancora 5 fi trasferì alle Dragonere con le fue Galee , dadoue, Uere. fenza fraporre momento, ragguagliò al Senato l’infìgne ottenu-xt firiu, ta vittoria. Sapeua leagonie de’ Padri, e del Popolo nella.» c/stnat,. tormentofa efpettatione di vn dubbio euento, che douea portar feco confeguenze , ò di Corone , ò di ipogli interi. Scelfe trà gli altri, per vn tanto annuntio , che potea dirfi di reden-fiondo tione à Venetia , e al Mondo Chrittiano , Onfredo Giuttinia-«¡ujisnia- n[ 9 Gouernatore di Galea , il quale , per così dire, volando, comparue in foli dieci giorni à Venetia, la mattina 17.d’Ottobre , fopra l’hore 17. in circa . Molti, che con zelo impa-tiente' curiofo montauano ogni dì l’alta macchina del Campanile di S. Marco per fcoprire lontano da quell eminenza qualche antecipato inditio , furono i primi à rileuare, & à ricono-fcere la Galea medefima per alcun tratto dittante in mare_, , con moke bandiere , che andauafi dietro per 1‘ acque ltrafci-nando . Se ne diuulgò fubito generalmente la voce ; mà di-uulgatafi appena, ecco à vederli ad entrare la Galea nel Porto dei due Caftelli del Lito con ftrepitofj tiri , e rimbombi , a*Ht,e*nC con altiifime voci di allegrézza . Più, che fi andava auvici-nando alla Piazza, più le genti infinite, ch’eranui oramai con-renrtia. COrfe, ricambia vano genera Imente gl i a pp la ufi : Approdata , eh* ella fù alle Ripe, imontò il Giultimani, e cinto intorno da fefteggiantiiiima calca, che appenalaiciavagli ilmoto, noiu che auanzare l’impedito piede , fù in tal guiia foltamente accompagnato per le fcale del Palagio, pur con alti gridi di giubilo, e teneri finghiozzi, fino che giunto al Collegio, ed introdotto, prefentò, &humihò le lettere à piedi del Solio del Prencipe. Lette , che furono , & vditofi du!le relationi il fatto, più grande ancora di tutto quello , à che poteua immen-famente ettenderfi 1’ efpettatione , calò incontanente il Doge^ nella Chiefa Cathedrale di San Marco , ieguiuto da tutti li Senatori ; entrouui tutta la Nobiltà , c tutto il Popolo , che potè capirui 9 e fi cantò altamente il Te Deum laudarmi, con la orHtcrH. cejcbratjone ¿ella MeiTa , e con tutte le folennità maggiori, e pollibili trà que’ riilretti momenti. Non li può defenuer l*;in-— terno