t>35 MCCCCC1V, GENNAJO. 636 lesse tenir ben edifichata soa majestà, e non vardasse a sugestion de emuli, ma a la bona amicitia di la Signoria nostra. Disse faria, tamen ritorna con mala edi-fication et opinion di domino Acursio, et che ’l scrive mille folie al re et ad altri in Franza; nè li valse ju-stifìcharlo. Item, che niun italian voy papa altri cha italiani ; e che Ascanio li habi fato la trul'a. Dice l’o-rator, crede più Roan, muora che papa si voy, non si penserà di pralichar conclavi. Item, eri parti; disnò a Borgo S. Donin e dovea cenar a Fiorenzuola ; ma per esser a bona hora, vene di longo mia 7 fin lì, e volse esso orator cenasse e alozasse con lui, dove steno in coloquj piacevoli. Da poi cena, lo branchò per la man dicendo non voleva più el prendese fati-cha, cometendoli ringratiase la Signoria, dicendo : « Li ho fato sempre e farò bon servicio col re ». E lui orator disse : « Fin qui ho fato l’officio di l’orator ; hora farò come servitor di lachristianissima majestà » pregando soa signoria reverendissima non vardasse a li malivoli, ma considerasse che ’l fa per il re a conservar la liga con la Signoria nostra volendo tenir il stalo di Milan, acciò non intervengi come è intervenuto nel reame di Napoli ; et che Spagna et Maxi-mian non potriano esser in tanta paxe con il re, che vedendo la Signoria non li fosse contra ; et maxime sguizari, quali con uno sacheto de duchati si l'ariano ballar per lutto; et molti che hora (si)mostra amici dii re et emuli di la Signoria nostra, quando vedes-seno esser inimicitia tra il re e la Signoria, subito sa-rìano contenti di far cosse nove. Sichè soa signoria reverendissima doveria confortar la christianissima majestà, volendo tenir il stato l’à in Lombardia, debi conservarla liga con la Signoria nostra; e lui è bon testimonio, per uno anno eh’è podestà di Cremona, e intende tutte queste cosse. El Cardinal lo atese con gran atentione, e disse anderia ben disposto, nè var-deria a li emuli ; ma farà il lutto il re sia constante con la Signoria nostra. Item, lui oralor scrive, lutto dipende dal papa, si ’l starà quieto. Dii ditto, di 28, hore 4 di note. Come, partito questa matina di Ponte Nuro, il cardina! andò per stafeta è voi far ogi 40 mia. À bone cavalcature, e la più parte di soi resta da drio ; va in pressa perchè si dice il re lo aspetta per far la conclusion con il re di Spagna di la pace; e si dice in Franza, che Roan a requisition dii papa è ito a Roma, e Ascanio l’ha befato. Or domenle el si vestiva ditto Cardinal, monsignor di Chiamon parlò a esso oralor nostro, e mostrò haver inteso dal barba Cardinal li rasona-jnenti di eri, et disse che ’l feva per il re conservar 1’ amicitia con la Signoria nostra ; e sopra questo parlò assai, dicendo saria bon ligarse insieme più streti a difension 1’ uno di 1’ altro, et che per questo damò lui veria in persona a Venecia. Et l’orator li rispose non achadeva altra confirmation, perchè dal 302 canto di la Signoria nostra era disposta a conservarla. Or ditto Chiamon disse fin 20 zorni volea andar dal re, et che si potevano etiam trovarsi insieme e parlar di tal materia ; e scrive alcuni coloquj di tal materia, e tolse combiato e vene lì a Cremona. Or ditte lettere fo terminato a copiarle, e mandarle in Franza a I’ orator nostro, licet lui scriva averli scrito il sumario. E fo laudalo molto el ditto sier Hironimo Donado di haver parlà largamente, et saviamente visto il tutto. Di Faenza, dii proveditor, di 29. Come è stali col governator a veder quella rocha, e diman dirà la so opinion et farà far il modello. E saria di opinion fortifìchar do porte, videlicet Porta Montanara e Porta Ymolese. Item, l’arziepiscopo di Ragusi ogi è zonto li. Li andò contra il capitanio di le fantarie e altri condutieri, e lo acompagnò a lo alozamerito ; poi esso proveditor, insieme col conte di Pitiano, andono a visitarlo a caxa, facendoli le debite oferte. Ringratiò assai, e disse andaria a Ymola per haver quella terra, licet in la rocha ancora sia dificullà ; e cussi ha inteso etiam in la rocha di Cesena e Forlì, quale voleno tenirle e darle in man di Valentino, overo darle in man dii re di Franza. Fono electi do savj di terra ferma, uno in loco di sier Marco Dandolo justa la parte, et l’altro per 3 mexi in luogo di sier Lorenzo Zustignan è intrado governador di l’iiitrade. E rimase sier Francesco Zustignan fo patron a l’arsenal, qu. sier Zuane, 86, et sier Hironimo Capello fo savio a terra ferma, 83. Fo soto sier Lucha Trun, eh’ è di la zonta, et cazete sier Francesco Foscari fo savio a terra ferma, e sier Luca Memo fo avogador. Li quali la matina sequente introno, e la sera acetono. 302* Dii mexe di zener 1503 (m. v.). A dì primo. El principe, de more, per esser primo dì de anno, fo in chiesia a messa con li oratori et altri patricj ; et da poi disnar, per non vi esser nulla da conto, non fo fato ni gran Consejo ni Pregadi. Tamen alcuni savj di Colegio se reduseno a consultar, et maxime li capitoli di Rimino, e intrò savj novi di terra ferma sier Francesco Zustignan e sier Hironimo Capello. Et poi, la sera, vene lettere di Roma, e li savj fono chiamati in camera dii principe per lezerle, dove vi fui, e intesi che sier Nicolò di