537 MCCCCCIU, DICEMBRE. 538 Consejo di X, fo preso che ogi el fosse inipichato in mezo le do coione, in una forclia alta uno passo dii consueto, su la qual debi star zorni tre acciò tutti 10 veda, ad exempio di altri, che licet non facesse 11 mal ma si pensasè di farlo, etiam fusse punito. La causa di l’odio col principe, è perchè lo havia casso di cao di guardia a li signori di note dii se- stier......, che era per non aver exequito certa cossa etc. Ogi per Colegio fo scrito a Roma a l’orator, come era stà a la Signoria uno nontio dii signor Octaviano di Riario, per haver ajulo (ad) aquistar li stadi eie. Non hanno s'oluto darli risposta se prima non sanno il voler dii papa, sì come etiam disse il Cardinal San Zorzi. Item, che ’l legato ne mostrò un breve dii papa etc., et che si rendi Faenza e Rimino; et che la risposta nostra suplisse; ma debi acertar soa santità tutto quello è stà fato è stà contra un nimicho nostro e non conira la Chiesia, di la qual volemo esser fioli. Di Spalato, di sier Hironimo Bernardo conte e capitanio, di 15 novembrio. Come quel arcivescovo, domino Bernardo Zane, cantò la messa a dì 12 su la piaza, ne la qual era persone 7000, e più saria stale si non li tempi sinistri. Lui 1’ ha lio-norato, e si ha portà bene. Dove era dii paese dii Turcho più di 2000 e di la Corvatia, et è stati tutli come frati religiosi, licet molti credeva si dovesse far qualche inconveniente ; ma lui provete. Alcuni voleva cantasse la messa di fuora ; lui non volse. Non haria potuto remediar a la marina per la moltitudine di le barche vi era. Et messe a le porte un ca- 253 * poral con provisionati per una, et li doy contestabili a la piaza con tutte le compagnie in hordine, e al capo dii borgo el capitanio di quello con 100 bor-gesani, li quali stavano a le sbare e a tutti veniva lo-leva le arme, e cussi fu fato a la porta di la marina ; e il vayvoda Xarco con li stratioti nel borgo. Poi fè *drezar do forche, una da mar l’altra da terra, e fè far la vigilia una proclama, che niun, excepto stipendiati, portasse arme soto pena di la forcha. Questo è stà causa è stato quietissimi ; eh’ è stà bella cossa rispeto le inimititie tra loro. E compita la messa, molti subditi de’ turchi, dubitando ritornar a caxa per èlissani, li fece andar con polizani, comandandoli li fazino bona compagnia ; et cussi hanno facto. Item, quelli nobeli de Poliza non hanno la so provision di sali, voleano venir a la Signoria nostra ; però si scrivi a Traù li dagi justa il consueto. Et a dì 14 hanno conduto il conte in Poliza, eh’è stà gran dificulLà averli fali assetar per le diferenlie è / Diarii di M. Saluto. — Tom. V. Ira loro, qual quasi tulle è asselate, e il resto rimesse a I’ andata dii dillo eonte lì, al qual impose le adatasse. Item, tutti quelli zentilomeni e patrimoniali è lì, lo prega vogli spazà Ulacusa che fo retenuto a loro instanzia, perchè non è in colpa; el etiam di questo è stà richiesto dal conte Stephano Marcovich bon servidor di la Signoria, che ’l voglia lassar la moglier e la lìa de Marcelo la qual patisse senza colpa e con spesa di la Signoria nostra ; però suplieha se li fazi intender la niente nostra. Di Ccindia, di sier Francesco Querini qu. sier xsicolò, date a dì 24 septembrio. Scrive contra sier Alvixe Venier capitanio de lì, ita che tutli i citadini e zentilhomeni se ritrovano malcontenti per la elelion fata eri per ditto capitanio e uno camerlengo come vice consier, perchè sier Andrea Bala-stro consier non era di opinion. E hanno electo, in luogo dii canzelier gratulo eh’ è morto, el canzelier di lui capitanio, contra le leze le qual vuol che uno di più vechii nodari di la eanzelaria sia electo vice canzelier, lina si elezi quel par a la Signoria. E per avanti fo vice canzelier sier Hironimo Zusto, e avanti fo sier Paris Roman, etiam per avanti sier Bona-corso Grimani, e fo poi confermado per la Signoria noslra canzelier grando. Et il capitanio predilo à scrito a la Signoria esser stà richiesto per li zentilomeni crear ditto canzelier; e zercha 6 zentilomeni amici dii capitanio voi scriver a la Signoria nostra da parte di la università, che sia conferma el ditto; la qual cossa per niente non si fazi. E poi ditto capitanio e vice ducha non chiama el Consejo di l’u-niversità, che si soleva chiamar quando si volea scriver a la Signoria, ma solum quelli ti zentilhomeni favoriti scriveno per nome di la università, e 1’ università non à ’uto libertà potersi congregar senza i rectori ; però si mandi uno canzelier grando de lì etc. e vien desiderà più el ducha de lì che non fa li zudei el Mesia. Da Napoli di Romania, di rectori, di 28 octubrio. Come a dì 26 scrisseno non hanno biave da terraferma ; non ne pono haver per esser levà le trate per condurli a Costantinopoli, dove è summa necessità de formenti. Item, li stratioti de li aspe-etano il suffragio di la Signoria noslra dii suo botin restituito, e ogni dì li sono a le spale domandando il pan, che non hanno da viver. Et per el bisogno di biave, mandono in quelli contorni sier Andrea Bon-dimier sopracomito, et ogi à conduto de lì uno schie-razo con cercha stera 700 tra fermento e orco, dice il patron l’havea cargato per la Cania. Parano vender al patron ditte biave lì, e haverà li soi danari.