MCCCCCIV, KEBBHAJO. •‘•'-iti Cremona. Et che li à risposto scriverla ;i hi Signoria; el dice esso oralor, el non ha mandalo da lui per hi -sogno, ma sotto questo principio intrar in qualche altra pralieha. Item, manda una copia di una lettera dii re ili Franza al principe di Salerno, per la qual è da judichar la pace non sequirà con Spagna; la copia di la qual sarà scrita qui avanti. Dii ditto, di 10. Come el cardinal San Zorzi alenile a trovar danari per dar-al castellali di Forlì, e à scrito a Piero Paulo da Citai è a Fiorenza vedi averli da’ fiorentini, che ’l papa li restituirà ; e questo perchè la briga’ non voi creder al papa, per aver mal tratato li castellani erano di Valentino, maxime quel di la Rocha Suriana. Itrm, il papa à spazato la iiistrution a domino Mariano auditor ili Rota qual manda al re di romani a dolersi di la Signoria nostra che ha ocupato e voi occupar le terre di la Chiesia; et che li oratori di ditto re sono andati da soa santità a dolersi, che al re di Franza li à mandato un Diar.hexe e a questo manda questo dolor; et tra li altri domino Lucha de Renaldis, qual si monstra amiclio di la Signoria nostra eie. Item, frale Egidio dovea venir a predichar qui, par alcuni cardinali non voleno el vegni. Et per Colegio fo mormorato (di non) pregar più per lai cosse. Copia de una lettera scritta per il re di Franza al principe di Salerno è in reame. Mio coxino. Per ben che le cosse nostre di Garigliano non son state condute come era il debito e come la ra-xone voleva, non di mancho io ho donato bordine e provisione et da vero coti lo intendimento a’ niei amici, obligati el confederati in Italia, et parimente in tutte altre cosse che se rechiederano e serano necessarie per lo recuperamento di esso reame mio de Napoli ; et ile remitere voi ne le vostre case, terre el signorie, come uno de’ miei botti e reai parenti, servitore e sugietto. Advisandovi al sopra più, che se a tanlo vene che facia o concluda qualche pace intra di me e il re di Spagna et regina, siati sicuro eh’ io ha vero bona subvenanza de voy et ile’ vostri ser-vicj et realtade, per fazone che voy cognoscerete ch’io l'azio el lanto a conto de vostro caxo, lutto cossi e più che del mio proprio, come più ampiamente el principe de Melfi mio coxino, per esser qui, ve potrà scriver et avertire. Et Dio, mio coxino, ve habia in sua guardia. Scrita in Lione a dì 27 zener 1~>04. Da Napoli, dii consolo, di .3 fevrer. Come ave lettere dii governador di Monopoli di certa caravella de’nostri con tavole rota etc.; atende a la reeuperatione. Item, el gran capitanio è slà amalato da cataro con febre; pigliò medeeine, sta meglio; e li do cardinali e la principessa de Squilazi lo visitono al continuo. El signor Rartholamio d’ Alviano parli per Puja a dì 29; Luis d’ Ars si dice è tirato a Venosa, e il conte di Conversano a Conversano; e che ’l governador di Trani non lo voi aceptar. Item, è venuto di Barzelona uno Marino Mastrojudice di Barzelona, con lettere di 5 di l’orator nostro; l’à mandate a l’orator a Roma. 408 In questo Pregadi, fo messo per sier Antonio Trun, sier Lunardo Grimani savj dii Consejo, el sier Hironimo Capello savio a terra ferma, atento che mai à usato questa cità nostra tenir legati delatere etc. che ’l sia mandato a dir per uno secretario dii Colegio nostro al reverendo episcopo tyburtino, qual à podestà di legato de latere, che più in questa cità nostra nè soto el Dominio babbi a conferir alcun be-inficio ecclesiastico, ma quelli siano dati per via ili Roma, come si soleva far etc. Li altri savj non volseno meter niente. Andò la parie : 24 non sinceri, 55 ili no, 50 di la parte; nihil captum, et più non la volseno balotar, imo fo dato sacramento al Consejo e comandà grandissima credenza, perchè era cossa importantissima. È da saper, prima fo luto una lettera di V orator a Roma di ultimo, drizata ai cai dii Consejo di X, in risposta di nostre. Come fo dal papa a dolersi dii legato etc. Il papa disse si meravigliava de che, e si ’l fcva 1’ oficio suo e chè soa santità li imponeva, non doveva per queslo la Signoria aver a mal. E che l’era stato a tempo di papa Alexandro ben visto; e che si la Signoria non voleva tractar con lui, era in soa libertà et etiam a darli licenlia eie. con altri coloquj Itine inde dietis. Or l’oralor conclude el papa voi el stagi, perchè per sua via sa de molli secreti ; el qual legato à modo di saperli etc. ut in litteris. Fu posto per loro savj d’acordo, di scriver a l’orator in Franza dii successo di la lettera di soa majestà ricevuta etc. E che di Cesena e Forlì non si avemo voluto impazar ; e la risposta fala a domino Acursio suo orator, che beneficium non confertur inibitum; e che 1' à dillo soa majeslà voi mandar le so’ zente in ajuto dii papa contra Forlì e Cesena etc. concludendo, debbi inquerir da soa majestà l’opinion sua sopra tal materia eie. ut in parte. E snria bon scrivesse al papa ne compiacesse di lochi aqui-