201 MCCCCClll, OTTOBRE. clic volendo si tegneria 15 el 30 zorni da loro eie., et però la Signoria presto li dagi risposta. De li ditti, di 22, liore 6 di notte. Come domino Zuan Paulo Manfron era venuto da loro, con uno che vien di Rimano per nome di Maldonato yspano è chastelan, dicendo volersi dar a la Signoria con quello acordo vorà cl ditto domino Zuan Paulo, e che darà la rocha in le man. Et questo vien in conformità di quello offerse quel Alfonxo qual è lì ancora in Ravena in caxa dii provedidor, e fa lede el sopradito è parente dii prefato castellali; però di zio la Signoria comandi. Et leto ditte lettere, d’acordo fo expedito 4 lettere dii tenor videlicet: in la prima, in domine Domini acceptino li capitoli di Bertonoro, zoè vedi di avantazar la Signoria nostra, e fazi levar l’insegne di San Marco, e cussi tutte altre terre, lochi, castelli e forteze che voluntarie vorano questo far. Item, per un’ altra lettera, zercha la rocha di Rimano, che aceptino el parlido e la fornissa a nome di la Signoria nostra, e fazi levar San Marco. Item, per un’altra lettera zercha Faenza, vedano di pratichar sichè Si habi la terra over la rocha, e la toy a nome di la Signoria nostra. Item, per un’altra lettera, che de li ducati 2000 hanno, fa-zino provisionati ; etiam ne mandi per li 2000 è ubli-giiti il duca di Urbino e li 600 il conte di Soja.no> et che non li saremo per mancar in darli ogni ajuto. Et dite leltere con gran jubilo scripte per 4 se-cretarii, fo expedite per una barca a cinque remi a Cliioza. Item, scripto a Gliioza meti le poste fin a 96 Ravena. Et di tal diliberation fata fo dato sacramento a tutti dii Colegio e comandà stretissima credenza, e ordina non far ozi Pregadi, e mandato per sier Alvixe Malipiero cassier dii Consejo di X per aver ducati 3000 imprestedo. Disse voleva over mandati da li cai di X, over fusse preso in Consejo di X con la zonta. El nel levar dii Colegio, vene leltere di Zervia. Il sumario è questo: è una dii signor di Rimano, che era intra in Rimano, et le lettere erano zà a Malamocho. Adeo tutti rimaseno molto atoniti, et il principe disse era meglio far ozi Pregadi, e alcuni voleva revochar la deliberalion fata. Di Franza, dii’orator, date a Macon a dì 12 octubrio, parte in zi fra. Come la cossa di Salz va molto in longa. Francesi dicono 1’ averà ; ma per bona via intende spagnoli si difendeno gajardamen-te, licet francesi habino preso certi brigantini con vituarie. Tamen, dii campo dii roy è partiti li sgui-zari, e il re di questo li dispiace assai, e dubita etiam non fazino qualche movesta al stato di Milan, come feno l’anno passalo. Item, il re Fedrico è lì a la I Viarii di M. Sanuto. — Tom. V. corte; spera intrar in reame. Tamen, intende che francesi in reame non hanno strami per esserli sta brasati eie. Et li thesorieri dii re stanno con pensieri di trovar danari, perchè tra l’impresa di Salz e di reame e di l’armata, il roy spende al mexe ducati 180 milia. Item, si ha che ’l Cardinal Roan à dimandato a Valentino ducati 50 milia; 1’ à servito de 25 milia con promission renderli in Franza, termine 3 mexi. E questi zercha li Melini acepti e prometi darli ; ma loro non voi se non li hanno a Lion in contadi, et promelono lassarli su li banchi fin mexi tre e non li tochur. Item, in questi zorni è morto il ducha di Barbon qual havia per moglie la sorela fo di re Carlo; ha lassato una unicha 'fiola, et si dice de molti danari à sunati. Dii ditto, di 14. Come era venuto uno nontio con lettere dii Cardinal curzense a dir al roy che non poi più tenir, che ’l re di romani voi tuor li danari di la cruciata, e però scrivi al papa li proveda. Etiam aricorda che pagi certe pension ad alcuni è a li confini e ne dazi de nove, acciò si '1 ditto re di romani li volesse far guerra ; et cussi per consejo suo il re ha fatto, e dubita, maxime perchè papa Pio III0 è tutto di Maximiano predilto ; e missier Zuan. Iaco-mo Triulzi li ha scrito di questo, e che à fato mala diliberation a lassar andar il Cardinal Ascanio a Roma. Et il re mostra non far stima, tamen si pente assai. Vene l’orator di Ferara per danari dia pagar il suo signor a l’oficio dii sai, et per altre cosse parti-cular. Vene uno nontio dii capitanio di le fantarie, con lettere credential, pregando la Signoria li volesse dar licentia, per do mexi, andar a Roma a far ven-deta dii ducila Valentino per la vergogna aula, e li lassa qui el nepote e li cavali etc. Et il principe li rispose non volevamo, imo si ’l fosse a Roma, si furia venir qui ; et che faria ben vendeta. Et fo consultato di far che domino Rigo Antonio avochato, qual è tutto di la signora di Forlì, consigli quella a eonsejar el marito etc. Et fo gran disputation, ma sier Marco Sanudo consier el io, insieme con alcuni altri.di Colegio, non sentì far nulla. 96 * Etiam, fo parlato che sier Piero Donado qu. sier Nicolò, fo cugnato del signor Antonio Maria è in Forlì, qual si à oferto ad alcuni di Colegio di andar a Forlì e far far a quel signor quel vorà la Signoria nostra, etiam si ’l fusse acordà con fiorentini. Et parlato sopra questo, parse ad alcuni non lo mandar. Dì Zervia, di sier laustin Barbo podestà, 14