MCCCCCIII, DICEMBRE. 480 N'ene Gasparo Fidel secretario dii signor di Rimano, dimandando la consignation di Ciladela. El cussi fo fato le lettere, come ho scripto, a li rectori di Padoa et a sier Hironimo da Mula podeslà di Ci-tadela, ge la debino consignar. Di Eiemagna, di l’orator nostro, date in Augusta a dì 28. Come il re à ’uto risposta dii papa, non ad vota, di aver li danari di la cruciala. Iterum à spazà corieri a Roma a dimandarli saltim per imprestedo, dicendo voi venir a tratar impresa contra infideli. Item, che quel missier Thomaso Brascha vene, come scrisse, qual è gelfo e vive con francesi, unde dubitando li milanesi foraussiti di tal soa venuta, li parlono di la causa, qual non li volse dir, dicendo era venuto per cosse non contra loro, e havia auto sacramento dal re di non dir a niuno sotto gran pene; adeo milanesi rimaseno facendo somnii de infermi. Item, la serenissima raina à di la febre, e il re è sferdito assai, pur va a la caza. Et hessendo lui orator a messa con soa majestà, li co-merizò a dir di le cosse di Romagna etc., poi fè lezer una lettera publice di 24 octobrio li scrivea il re di Spagna, avisandoli il modo di aver fato levar il campo francese di Salz, et esser stà preso monsignor di Beuchayro; sichè di francesi è stà'più la vergogna cha il danno. Item, di la venuta dii re di romani in Italia, non poi scriver alcun fondamento perchè aspeta risposta di Roma zercha i danari di la cruciata, e di electori e principi e di la liga di Svevia, e aver qualche capara di danari di suo fiol archiducha promessi, el qual zonse a di 12 novembrio in Barbante, Item, el ditto re di romani scrisse do lettere in recomandatione di certi subditi, per causa di confini. Da Vicenza, di sier Alvixe Zorzi e sier Domenego Pixani el eavalier, rectori. Come quelli dazieri stanno a li Forni lì in vicentina, li hanno ditto che a Trento si fa preparatione assa’ di aloza-menli, et che ’l re si aspecta con assa’ zente. 225 Di Zara, di sier Diero Sagredo olim conte, di 16 novembrio. Come, di comandamento di li rectori, licei non tochasse a lui, andò a Scardona con alcuni zaratini, dove erano do oratori regii, videlicet domino Piero proposito di San Lorenzo et secretario dii re, et domino Matheo Crovat aulico regio. Et stati insieme per veder la recuperation di danni olim fati a nostri dalmatini per li subditi dii re, ditti oratori disse el non havea mandato, e doveano venir do oratori di Veniexia con lettere piombate, sicome fo ordina in Hongaria con sier Zuan Badoer orator nostro. E viste le comissione loro e la soa, di le qual manda la copia, et licei lui li facesse ogni promissione che quello facevano la Signoria nostra saria contentissima, mai volseno asentir, dicendo voleano partirsi. Tandem, fra loro feno certa scriptum, di la qual manda la copia, videlicet che fusse suspeso quel è stà fato, e li confini, e più non si facesse fino non venisseno iterum oratori regii e di la Signoria de lì etc. Et di tal cossa esso avisò il tutto a P orator nostro in Hongaria. Da poi disnar, fo Consejo di X con zonta di Colegio e altri, et se intese che una nave di sier Gasparo Malipiero, veniva de Cypri con stera 5000 formenti, in mar verso.....esser averta et rota et preso el cargo e tutto ; et ne vien solum un’ altra nave di Cypro con stara 5000 e non più. La qual nova fo cativa, et è da judichar le biave montarano, le qual però valeno li formenti al presente. Copia dii breve di credenza presentò il legato Julius Papa II. Dilecte fili salutem et apostolicam benedi-ctionem. Cum essemus mtper rnissuri ad excellentiam luam aliquem prò rebus gravi bus et magni momenti, venerabilem frafrem Angelum episcopum ti-burtinum, hominem nobis inprimis probatum et carum miltendum duxitnus, ut nomine nostro nonnulla excellenlise tua; referrat, quse nobis admodurn cordi sunt. Hortamur igitur, ut eum benigne audire exaudireque velis, et plenam eius verbis fidem prestare. Datimi lìorna; apud Sanctum Petrum, sub an-nulo piscatoris, die 17 novembris 1503, ante corona tionem Sigismundus. A tergo: Dilecto (Ilio nobili viro Leonardo Lauredano, duci Venetiarum. A dì 6 dezembrio. In Colegio, fo San Nicolò. El principe, de more, andò a messa in la capela di palazo, poi vene suso col legato dii papa, qual volse audientia secreta con li capi di X, mandati tutti fuora. Expose la sua ambassata, la qual fo longa e ponderosa. La conclusion è questa : che si desistesse da le pratiche di aquistar più in Romagna ; che si rendesse Faenza et Arimano e li altri lochi a la Chiesia, come a quella spedanti; et che si dovesse mandai- le zente nostre a li alozamenti; et come boni 225*