639 MCCCCCIV, GENNAIO. 640 Veneno !’ oralor di! ducha Zuan Corvino con l’o-ralor di! vayvoda di Moldavia, per causa dii medico. El pur siano restati di tuor domino Hironimo di Cesena, el qual il colegio di medici lo ha ricordato, è zovene. E cussi si partivano, e il principe disse a quel di Corvino di la retenlion dii Malacassa capo di stratioti etc. Rispose diria al duca, faria etc. Vene il legato dii papa solicitando la risposla di li do brevi. Il principe li disse si vederia. Et poi lui disse, domino Filippo Decio dotor, leze a Padoa, il papa I’ havia electo nel numero di auditor di rota. Li fo risposto era acordato con nui. Vene l’orator di Ferara per li cavali dati a l’Alviano, solicitando il pagamento. El fo ordina ai savj di terraferma lo satisfazi. Vene uno noncio di madona Panthasilea di Baj«-ni moglie dii signor Bortolo d’Alviano, qual è a Co-nejan e ivi sta, e ancora la sua compagnia la tenimo. Et scrisse a la Signoria il signor suo voler 13 di soi cavali et do trombeti, et però volea licentia di mandarli. E consultato, parse al Colegio non f.ir move-sta alcuna, atento il re di Franza non habi sospeto etc. Di Ferara, di sier Marco Zorzi vicedomino nostro, di ultimo. Come el ducha tornò, stato a Modena col cardinal Roan tutto un zorno soli in co-loquj. Voleva andar a Belreguardo, ma per esserli venuto doja di schena e di stomaco, è restato. Item, scrive, zercha li burchj dii sai relenuti, parlò al signor, el qual disse voleva ultimar, et se ne dovea passar di altri, laseria questi, et uno volea tenir acciò fusse finita. E il vicedomino li disse la Signoria non dovea pagar nulla. E ’l ducha disse: missier .Zuan Lucha, qual è a Roma, havia quelle scriplure; però bisognava indusiar. Di Faenza, di 29, hore 4 di note. Come il conte di Pitiano vene lì, e vele la rocha, e disse volea far il modello; ma, sopra ludo, fortifichar Porla Ymolese; ma non farli la forteza da l’altra banda, perché non bisogna haver cossa non si possi soco-rer etc. Item, cavar 200 citadini di li e mandarli in officj in allre terre nostre, per esser faentini homini di fazon, et lui ha visto quel populo ben in hordine, et però è di opinion che si metti 500 fanti a la guar- 304 da di la piaza etc. Item, come l’arzivescovo di Ragusi legato dii papa fo lì, e partì ogi per Ymola. Et hessendo andati alcuni citadini da lui a visitarlo, li dimandò se si havessino dati al papa avanti si des-seno a la Signoria nostra. Alcuni risposeno de sì, e ditto arzivescovo disse : « Fo ben aricordà al papa questo » et che papa Alexandro fo un savio homo etc. Dii ditto, di 29. Come à ’uto dal capitanio di Brixigele una lettera iutercepla qual scrive madona Calharina di Riario fo mqjer dii conte Hironimo, data a Fiorenza a dì 24, a uno Rizo Chiavino cao di parte di Val di Lamon, di la fazion di Naldi. Et per parerli cossa importante, la manda a la Signoria nostra. Per tanto, se li risponda quanto habi a far, et si mandi la lettera indriedo. La qual letta, par essa madona ringraciasse di le offerte, pregandolo l’aju-tasse etc. che lo rimeriteria. Or parse al Colegio ditta lettera fusse, per quanto aspeta a la Signoria, senza sospeto. E li fo scripto non dicesse nulla. Dii conte di Pitiano, data in Faenza ut supra. Scrive la so opinion, staria ben 500 fanti lì etc. Et quelli di Colegio rise, dicendo: « Non è paura ». Et cussi non fo fato altro. Di Ruigo, di sier Andrea Erizo podestà et capitanio. Come havia fato merchado con quel Biasio de . . . zercha el sostegno di la Polesela etc. ut in litteris. Aspecta risposta. Introno li capi di X sier Francesco Falier et sier Domenego Beneto et sier Lunardo Grimani. Cazadi li papalisti, lexè uno aviso etc. Da poi disnar, fo Pregadi et vene lettere di Eiemagna. Di Augusta, di sier Alvixe Mozenigo orator nostro, di 20. Come, ricevete lettere nostre in materia di la presa over pato fatto col signor di Arimino, et comunichi al re. Scrive averlo zà fato per avanti, come scrisse. Etiam di la lettera zercha il capitanio di Duim, exequirà ; ma quel capitanio si aspeta a la corte, e però, viva voce lo farà. Item, il re è fuori a certi castelli a piaceri, come scrisse. Dii ditto, di 22. Scrive coloquj (à) abuti con li oratori yspani, e parlatoli di andar a Olmo dal re. Disseno non voler, perchè aspetavano soa majestà mandasse per loro. Et domino Zuan Hemanuel primo di oratori, disse li soi reali non li piacerà il Cardinal Roan trati col re la pace ; et che di la venuta di Roan a Trento, è causa Philiberto eh’ è homo di l’archiducha. Item, biasemò la Signoria havesse fato quella risposta al re di romani zercha il suo venir in Italia, che venisse pacifice, et meglio era fosse venuto con l’arme etc. Dii ditto, di 22. Come li oratori dii re e di la liga andati in Bavaria, par siano reduti a Lanzoe a uno parlamento, eh’ è la terra principal. Et li populi voleno il ducha Alberto etc. È stà fata una publica-tion per il re, cadaun zentilhomo, che verrà armato con soa majestà in Italia a cavallo habi duellali 6 al mexe per uno, et a li allri soldati pur armali a ca- 304 * vallo due. 8 per uno, e a li fanti due. 4. Molti si