95 Sulla sua commissione le due proposte non presentano che differenze formali, ma sostanzialmente concordano : l’una, quella del Doge e degli altri senatori sunnominati, è più ampollosa, che vi si parla della « generatio prava Januensium » che, « velut venenum mortiferum, fuit et esset, donec respirare posset, per-petualiter inimica »; l’altra è più ampia, e precisa che l’ambasciatore veneziano, « premissa salutatione decenti », avrebbe dovuto esporre come i veneziani non si fossero sentiti più in grado di tollerare « sub regularitate .. . patientie » tutti gli innumerevoli atti ostili dei genovesi, « propter enormitatem ipsorum, et quia etiam ipsi Januenses sibi appropriant mare Tane, comune qui-buslibet navigantibus, et nolunt aliquos alios, nisi suos intrare predictum » ; avevano quindi i veneziani allestito un’ armata navale per sostenere colla forza i propri diritti e l’integrità dei loro commerci ; per ciò, « consideratis antiquis vinculis karitatis sincere, que inter suos progenitores et ipsum (il Re d’Aragona), et predecessores nostros et nos hactenus noscitur inconcusse fuisse et que principali ter est et in futurum ampliabitur », ed insieme le offese fatte dai genovesi, allora ed in passato, agli aragonesi, si pregava quel Re di dichiarare all’ambasciatore veneziano se fosse sua intenzione di unire le sue armi a quelle dei veneziani per combattere i genovesi, « ut per ipsum dominum Regem et nos provideri possit ad destructionem et conculca-tionem extremam ipsorum ». — Se il Re d’Aragona manifestasse il divisamento di mandare a Venezia per trattare colla Signoria propri ambasciatori, « huic ambaxator . . . acquiescere debeat, nec non sequatur velie ipsius domini Regis tam in expectando et in veniendo cum ambaxatoribus suis quam sine ipsis » ; se invece non volesse mandare una ambascieria, ma tuttavia si manifestasse proclive alla lega con Venezia, 1’ ambasciatore avrebbe dovuto darne minutamente notizia alla Signoria attendendo da questa istruzione e, se richiesto dall’Aragonese dei poteri accordatigli, avrebbe potuto mostrare il sindacato fattogli per questi negoziati, « non procedendo propterea neque af-firmando tractatum aliquem». Qualora poi l’Aragonese apparisse irremovibilmente avverso all’ alleanza, all’ ambasciatore veneziano, « habita suo posse pie-