4 4. Dissenso 4. Ed infatti si viene manifestando nel seno stesso dei Pretimanifestar* £ac*' una tendenza, che meglio esamineremo in seguito, a tollerare si in Senato, in pace le violenze che i Genovesi commettevano, fingendo di non saper nulla, per non mettersi in gravi impicci che, perla non lieta condizione della Repubblica, avrebbero potuto condurre ad imprevedibili conseguenze. Ma lettere'dei', baili di Costantinopoli e di Trebisonda accennavano *) a «certis novitatibus et iniuriis .... Vonetis illatis in Constantinopoli et Gafa per Januenses », e ad « aliis exces-sibus per eos factis contra nostros », e chiedevano immediati provvedimenti; ed ecco nel Senato manifestarsi una duplice corrente che mira, da un lato, ad attutire fra le due repubbliche ogni possibile attrito, cercando di ottenere un’ equa soddisfazione senza ricorrere a mezzi estremi ; dall’altro cerca invece di sostenere, senza spavalderia, ma con ferma dignità, i diritti di Venezia, e non si dimostra aliena dal risolvere colle armi le differenze insorte fra i due Stati. Quest’ultima corrente appare però in prevalenza fino dalle prime deliberazioni del Senato che riguardano questa nuova contesa con Genova, poiché le parti proposte dai Senatori che vorrebbero, se fosse possibile, evitare un conflitto, sono costantemente respinte da quell’assemblea. 5. Invio 5_ Di conseguenza/! il 2 settembre, non è approvata la parte di una amba- . . „ scieria al Do- con CU1 S1 proponeva di scrivere semplicemente al l)oge di Ge- ge di Genova, nova, una lettera di protesta per le ingiurie ed i danni recati alle persone ed alle cose dei Veneziani dai suoi sudditi, accompagnandola con una copia delle lettere ricevute dai baili di Costantinopoli e di Trebisonda che quelle violenze narravano, lettera da inviarsi per un semplice messo « qui prestoletur respon-sionem » ; ma due giorni dopo si deliberava invece di mandare al Doge ed al Comune di Genova, come ambasciatore, un notaio della curia, od altra persona che sembrasse atta a ciò, col preciso incarico d’ «aggravare factum et potere reformationem exces-suum et punitionem excessorum, ut similia cessent, cum illis verbis que videbuntur Dominio, Consiliariis, Capitibus et Sapien- *) Senato. Misti, Reg. 24, c. 95, 1348, 2 settembre.