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    Avevano essi istruzione di fare una severa requisitoria J) contro i Genovesi, dinanzi al Pontefice, informandolo minutamente di tutti i torti che i Veneziani avevano subito da parte di essi e dimostrandogli come i Veneziani, pur avendo avuto ragione sufficiente per muovere guerra ai loro rivali, avevano tutto sopportato pazientemente « cogitantes ipsas iniurias) demum per ipsos Januenses deberi debite reformari et emendari, ut erat conveniens atque iustum », ma, ad onta delle molte ed insistenti richiestj per una soddisfazione dei danni ricevuti dai Genovesi, null’altro s’era ottenuto che una recrudescenza della loro audacia; perciò, se il Papa, per consiglio dei Genovesi, avesse proposto agli ambasciatori veneziani, coinè condizione d’ accordo, la rinuncia alla navigazione alla Tana ed agli altri scali del Mar Nero, promettendo da parte loro i Genovesi di trattare pacificamente coi mercanti veneziani in Gaffa, avrebbero dovuto senz’altro rigettare la proposta, non ammettendo la Signoria su ciò concessione alcuna; prima di tutto perchè Venezia non poteva rinunciare senza incalcolabile danno alla navigazione nel Mar Nero, « quod de ipso viagio Tane et Maris Maioris maiorem partem substentacionis victus nostri et presertim de biado per-cipimus », poi perchè aveva coscienza di non ledere alcun diritto ; tanto più che i suoi mercanti frequentavano quei porti senza mai dar causa di discordia o di risse, ed infine perchè alle promesse dei Genovesi non si poteva prestare troppa fede, poiché 1’ esperienza del passato aveva dimostrato che i Veneziani in Caffa, e negli altri luoghi in cui i Genovesi, avessero avuto una anche minima giurisdizione, erano stati sempre maltrattati e danneggiati nelle persone e nei beni.
    E agevole prevedere che con simili predisposizioni 1’ accordo non sarebbe stato facile fra gli ambasciatori delle due Repubbliche, chè i Genovesi difficimente si sarebbero indotti a rinunciare al preteso monopolio della navigazione del Mar Nero e ad ammettere tranquillamente, accanto alle loro galee mercantili, quelle dei Veneziani rivali. — Forse, più che per la speranza di una durevole pace coi Genovesi, che troppe volte s’era dimo-
1) Senato. Misti, Reg. 25, c. 78 t.°, 1349, 15 febbraio (m. v.).
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