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che nella commissione deliberata per l’ambasciatore a Genova si dovessero levare ') « ea quatuor ex empia que tanguntur de imperator Tartarorum, imperatore Constantinopolitano etc », lasciando invece facoltà piena all’ambasciatore stesso di parlarne quando più gli sembrasse opportuno senza obbligarlo ad esporre subito alla prima udienza tutti quei ricordi molesti ai Genovesi. Il Senato invece voleva senz’altro rinfacciare ad essi, che si apprestavano alla guerra contro i Veneziani, tutti i benefici che questi avevano loro recati perchè almeno la loro sconoscenza apparisse manifesta ; ma forse non avevano ancora appreso che il beneficio, più spesso che amore, genera odio.
    Alla commissione di Marino Falier si aggiunse poi che, udita la risposta dei Genovesi alla sua richiesta 2) « si per ea que habuerit viderit quod attendata- ad finem alicuius concordii et composicionis super differenciis que vertuntur » cercasse di penetrare, per quanto gli fosse possibile, le intenzioni dei Genovesi e, se richiesto delle istruzioni avute dal suo governo, dicesse pure che la Signoria avrebbe desiderato che si rimettesse la decisione della vertenza al giudizio del Pontefice, sospendendosi nel frattempo reciprocamente le ostilità, ritornando cosi all’antico disegno, fallito solo per la ostinazione degli ambascia-tori genovesi che avevano lasciato Avignone senza attendere nemmeno la risposta che la Repubblica di Venezia aveva data alla proposta del Papa di avocare a se la definizione della lite; proposta che i Veneziani avevano accettato per mettersi dalla parte del buon diritto, « non ut tenemur ad hoc, set volentes accipere Deum et jus in parte nostra et ut prò nobis non def-ficeret quin pax perpetua et concordia inter ipsos et nos sequi possit ».
    49.	Ma nuovi avvenimenti sopraggiungono a frustrare anche quest’ ultimo tentativo d’accordo : i Genovesi non hanno mai cessato di molestare i sudditi veneziani in Oriente e le ultime lettere ricevute dal Senato recano appunto la notizia di nuovi
1)	Segreta Consilii Rogaiorum. R. B (II) c. 43. 1350. 26 luglio.
    2)	Secreta Consilii Hogatorum. R. B (II) c. 43 t.°, 1350. 26 luglio, v. Lazzarini. op. cit., pag. 192, Doc. LII.
  49. Notizie gravi giungono dall’ O-riente.