117 recato a Ragusa per raccogliervi il resto delle galee die dovevano comporre la sua armata, quindi procedere sollecitamente fino a Corone ed a Modone: quivi si sarebbe soffermato per aver da quei castellani notizie del capitano generale dell’ annata veneziana ed intorno al suo prossimo, probabile arrivo a Corone ed a Modone, ma, se fosse riuscito a sapere che tale arrivo non si sarebbe effettuato in breve, avrebbe dovuto dirigersi sollecitamente a Negroponte, assumendo da quel bailo le medesime informazioni che dai castellani di Modone e di Corone e, se l’esito di tali ricerche, per quanto riguardava la prossima venuta del capitano generale, fosse stato ugualmente negativo allora, da Negroponte, il Foscarini avrebbe dovuto proseguire per Costantinopoli, « vel alio ubi sciret ipsuin capitaneum esse », e congiungersi con esso, mettendosi interamente a sua disposizione per una azione concorde contro i Genovesi, « et..... eundo, stando et redeundo debeat intendere totis viribus cuni provvisione salubri et cautela sui et armate sibi commisse, ad offensionem et damnum emulorum nostrorum ». Il Foscarini sarebbe stato anche latore di una lettera del Senato per il Ruzzini nella quale, dopo ampie lodi per la sua « industria et sollicitudo » dimostrata « viriliter et fideliter, in obtinendo tarn gloriosam victoriam contra Januenses emulos nostros», gli si ordinava di ritornare a Corone od a Modone, dopo « expedito de Constantinopoli et archiopelago quamtocius poterit », ed ivi far ricaricare sulle galee di Cipro e di Alessandria le merci già deposte in quegli scali, lasciando poi liberi i convogli mercantili di prosegruire i loro viaggi di commercio, qualora le notizie dell’ armata nemica non fossero però tali da far temere per la loro sicurezza. Al ritorno dovevano tuttavia, in qualunque caso, raccogliersi a Modone od a Corone o in altro luogo che fosse sembrato più acconcio ; ciò fatto, col resto delle sue galee, il Ruzzini avrebbe dovuto recarsi ad incrociare « ad illas partes et loca ubi crediderit et cognoverit esse tutelam maiorem et conservatiouem galearum predictarum et quorun-cumque navigiorum nostrorum », specialmente nel tempo in cui le varie galee solevano ritornare dai loro viaggi di commercio. Intanto non avrebbe dovuto però lasciarsi sfuggire ogni occasione propizia di molestare i Genovesi, « cum sulute semper