56 46. La proposta d’arbitrato fallisce. coscienza di sostenere una causa ingiusta, anzi scrisse ai propri ambasciatori ad Avignone ordinando loro di presentarsi al Pontefice e di fargli sapere che, non solamente accettavasi ora il suo arbitrato, ma ben volentieri lo si sarebbe accolto anche prima se egli avesse manifestato il desiderio di risolvere la controversia fra le Repubbliche direttamente con una sentenza arbitrale, « set, non ymaginantes id, et putantes quod Januentes deberent acquiescere iustis racionibus nostris, tunc apud nos de hoc nichil extitit concitatum ». Nel caso che gli ambasciatori genovesi avessero già lasciato la curia Romana, gli ambasciatori veneziani avrebbero dovuto procurare che il Pontefice facesse ad essi conoscere la risposta avuta dal Senato veneziano, « de relaxatione .... diiferentie in domìnum Papam », esortandoli a far ritorno ad Avignone, perchè sènza la loro presenza non si sarebbe potuto addivenire al lodo arbitrale ; durante queste trattative il Pontefice avrebbe dovuto farsi prestare affidamento dalle due parti contendenti che non si sarebbero compiuti atti ostili reciprocamente. Insieme il Senato mandò ai suoi ambasciatori un severo monito, perchè nella replica da essi presentata al Pontefice per confutare le asserzioni dei Genovesi nel loro memoriale, v’erano « multa que in manifestam iniuriam et infamiam Comunis Janue redundabant », e ciò non poteva accordarsi con quella equanimità che la Repubblica voleva conservare nelle sue vertenze, nè era quello un atto diplomatico, poiché dava ai Genovesi, già abbastanza eccitati contro i Veneziani, appiglio di nuovi odi e di nuove discordie, « et ... . hec possint inducere scandalum pocius quam quietem et pacein quam appetimus si cum nostro honore ipsam habere possimus » ; perciò si ammoniva gli ambasciatori di astenersi per l’avvenire « a prorumpendo in alicuius iniuriam », esortandoli e sostenere i diritti e l’onore della Signoria « curialiter et modeste ». " 46. Ma anche l’extrema ratio doll’arbitrato, cui aveva fatto ricorso il Papa per ottenere che fra le due Repubbliche non sorgesse una guerra, a nulla aveva giovato '), e lettere succes- 1) Secreta Consilii Rogatorum. R. B (II), c. 42, 1350, 18 luglio.