76 61. Condi- 61. Dopo i recenti fatti, non era più possibile un accordo dal1" .Senato 00' Genovesi che a queste condizioni 1 ) : « quod persone et bona per far pace nostrorum libere relaxentur et quod satisfiant integraliter damna con Genova. mostrati bus et quod de hoc habeamus sufficientem et bonam securitatem talem de qua merito contentari possimus . . . alioquin volumus ullo modo quod ad compromissum procedat», od in questo senso si scrisse agli ambasciatori Veneziani ad Avignone, i quali avevano fatto sapere che, dopo la proposta dell’arbitrato da affidarsi al Pontefice, questi ed i cardinali avevano stabilito di scrivere in proposito ai Genovesi, ma, avendo i successivi avvenimenti resa impossibile la continuazione delle trattative, si diede l’incombenza agli ambasciatori stessi di informare minutamente il Papa delle cause che avevano indotto la Signoria a rompere le relazioni diplomatiche e a fare grandi armamenti (nella parte del Senato si parla di « potentem nostrum exercitum maritimum »), procurando di far notare al Pontefice che le ostilità dei Genovesi erano avvenute quando le trattative fra i loro ambasciatori ed i Veneziani in Avignone erano ancora pendenti e quindi costituivano uno sfregio anche alla maestà del Papa che s’ era offerto mediatore di pace, « aggravando factum cum hùs et aliis verbis que requiruntUr ad hoc ». 62. Lettera 62. Quel giorno medesimo il doge di Genova inviava a Genova^6 — queH° di Venezia una lettera che è prova non dubbia della Dubbii sul- poca proclività dei Genovesi a trattare seriamente di pace coi delle ereden- Veneziani; in essa Giovanni Valente 2), dichiarava di aver ac- ziali di Ama- colto colla solita cordialità Amadeo de’ Buonguadagni « qui se deo de’ Buon- , , , • . , , . . . guadagni. vestrum nuncnun et vestri comunis esserebat » e che, « verbis suis per nos fidem dari vigore litteraruin postulabat instanter », ma, avendo attentamente esaminato le credenziali offerte dal- l’Amadeo, sorse in lui forte dubbio sulla loro autenticità per cui si rifiutò di prestare piena fede alle asserzioni del messo veneziano, tanto più che era pervenuto già alle sue orecchie !) Ibid. !) Commemoriali. R. IV c. 171 t.° v. Lazzari«, op. cit. pag. 195, doc. LVI.