LXX lignis ad partes Corinthii discursis et magis infra, et de lignis XIIII successive eodem inde dilapsis .... et ... . nuper etiam quedam ligna eorumdem perfidorum ad partes principatus Aclrnye hostiliter desenderunt, quo situ infra enim recolitur declinasse, ubi spolia et dampna plurima commiserunt et sicut multiplicant quotidie incessanter »; si termina pregando il cardinale Ugo Roger a voler indurre il Pontefice a provvedere al bene della cristianità, all’ onore della Santa Sede ed alla sicurezza dei fedeli distruggendo 1’ accordo pattuito coll’ ambasciatore turco, e si annuncia il prossimo arrivo ad Avignone di Marino Gisi, uno fra i maggiorenti di Negroponte, che era già venuto a Venezia « prò narrandis ipsorum Turchorum infesta-tionibus et spoliis, nec non conditione et statu miserabili tocius Romanie », e che quindi avrebbe potuto dare al Pontefice, con cognizione di causa, tutte le più minute notizie « de ipsorum turchorum potencia et oppressione fidelium Jeshu Christi ».
    Con parole diverse e con maggiori amplificazioni sono esposti gli stessi concetti nelle lettere indirizzate al Pontefice ed al cardinale d’Ostia, nelle quali però si insiste maggiormente sul fatto che la tregua pattuita coll’ambasciatore turco, e della quale ora si chiedeva alla Repubblica di Venezia, la conferma, altro non poteva essere che un abile tranello, non nuovo nella storia delle relazioni cogli Infedeli, per poter più agevolmente spogliare i cristiani d’Oriente; perchè, essendo i Turchi divisi in numerose tribù fra loro indipendenti, l’impegno assunto dal capo d’una di esse non valeva per le altre, che avrebbero continuato per conto loro la guerra di corsa e le razzie, ed a queste tribù, non legate da alcun vincolo di promessa, si sarebbero poi uniti anche quei turchi che pure avevano conchiuso l’accordo, per danneggiare i cristiani. E qui la Repubblica che, per lunga, dolorosa esperienza-, aveva conosciuto qual valore si potesse dare ai patti stretti con popolazioni nomadi, dedite alla rapina, divise in tribù per cui l’impegno assunto da una non vincola in alcun modo le altre, ha la precisa intuizione della realtà. « Sunt etiam pluraque loca potenciorum turcorum quam sunt hii qui petunt confirmationem treuguarum, ad que continue concurrerent hii petentes et una cum eis tractarent et exercerent quicquid possent in exterminium fidei Christiane ».