69 attenuato di molto la gravità di questi fatti, perchè, quantunque le persone e gli averi di molti mercanti fossero stati sequestrati in Cafifa, tuttavia non v’ era stato alcun spargimento di sangue, quindi, se la sospensione dell’ ambasciata era un provvedimento confacente alla gravità delle prime notizie, ora si palesava eccessivo, e perciò si propose di scrivere a Marino Faliero di proseguire il. suo viaggio per Genova 1), « quod ex processu vie sue posset sequi fructus boni et honori nostro ac redemptioni personarum et bonorum nostrorum utiliter respondere », facendo però conoscere al Doge di Genova l’ordine ch’egli aveva ricevuto di ritornare a Venezia e che era stato ritirato successivamente per le ulteriori notizie giunte dalla Romania ; ma dovette sembrare alla maggioranza del Senato che non si potesse più nutrire alcuna fiducia dell’ esito delle trattative diplomatiche, e tale diffidenza era ben giustificata dal fatto che « per tempora preterita modicam finem » s’era trovata « in promissionibus Januensium et non sit attendendum ad aliquas promissiones quas nobis facerent ». Già anche troppo s’era trascinata questa schermaglia diplomatica col solo risultato di far guadagnar tempo agli avversari ed infine, quando s’ era così innanzi coi preparativi militari, questa ripresa degli accordi sarebbe stata interpretata come una solenne confessione di debolezza e di timore ; perciò la nuova proposta non fu accolta. Contemporaneamente nel Maggior Consiglio si prendeva una deliberazione di molta gravità, anche come indizio di una certa gelosia di attribuzioni esistente fra i due supremi corpi legislativi della Repubblica : si respingeva una proposta mirante a sottrarre al Senato, nell’ imminenza di una guerra, qualunque ingerenza sulla politica estera affidando tutte le attribuzioni relative ad un collegio di 25 savi 2), scelti, si osservi, dal Maggior Consiglio, e tale provvedimento si giustificava coll’ osservare che « facta que habemus facere cum Januensibus sunt magna et *) Secreta Consilii Rogatorum. R. B. (Il) c. 50 1350, 5 agosto V. Lazzarini, op. cit. pag. 194, doc. LV. 2) Maggior Consiglio. Novella (R. 26) c. 5, 1350, 5 agosto.