85 Tane vadant vel mittant cum ilio qui ibit prò aggravando am-plius negocium et inducendo eum cicius ad nostrani inten-tionem ». 70. La proposta, respinta poco tempo prima, ora sta tanto a cuore al Senato che si delibera di aggiungere un messo a quello che era venuto dalla Tana e che doveva ritornarvi cogli ordini della Signoria « ne fallere possit nostrum mandatimi », e crediamo appunto che il mutamento d’ opinione si debba attribuire all’ arrivo di questo messo che avrà recato al Senato notizie della buona disposizione del Kau dei Tatari verso i veneziani e della conseguente possibilità di un accordo. La parte ora accennata fu approvata però coll’emendamento proposto da Pietro Giustinia ed Antonio Zen, che, cioè, si lasciasse in facoltà del console alla Tana di mandare ad Janibech uno dei veneziani della colonia o di recarsi in persona. Informato delle ostilità fra Veneziani e Genovesi, il console alla Tana avrebbe dovuto avvertire poi sollecitamente i mercanti veneziani di Caffa, della Tana e degli altri luoghi d’Oriente di guardarsi dai genovesi e di porre in salvo le loro cose, od almeno le loro persone, « ne aliquid sinistri, favente Christi gra-tia, evenire possit ». 71. Ai provvedimenti diplomatici si accompagnano quelli finanziari, per sostenere le spese della nuova guerra, scoppiata quando il Comune di Venezia cominciava appena ad uscire da una forte crisi economica, cagionata dalla pestilenza, ed il 26 agosto la commissione dei 5 savi deputati *) « prò Comunis in-troytibus augmentandis in guerra Janue », e che aveva già avuto un prolungamento di termini, adempie il suo mandato proponendo una lunga serie di riforme economiche che in gran parte sono accolte. Due giorni dopo si delibera un provvedimento militare ed economico insieme, estendendo la cerchia delle persone che debbono sopportare le gravezze imposte dal Comune così d’ordine *) Secreta Constiti Rogatorum. li. B. (II) c. 58 e 58 t.° 1350, 26 agosto. 70. Ripro posta 1’ alle anza, è accet tata. 71. Prov vedimenti fi nanziari.