100 menta « de antiqua iurisdictione quam nostrum Comune habuit in insula ipsa et de securitate et bono statu quem ipsa insula et homines eius habuerunt sub umbra et protectione Domina-tionis . . . , sicut ceteri nostri fideles, post quam fuit ad regimen nostrorum civium » e quindi l’opportunità di sopportare anche le gravezze che la Repubblica credesse opportuno di imporre per il maggior bene comune. Dopo questo accorto preambolo, si ordina a quei di Curzola di armare almeno cento uomini per due mesi, « prò eundo cum presenti armata nostra », e ciò a loro spese. Nel caso che non potessero sobbarcarsi interamente a questo onere, allora le spese sarebbero state assunte in parte dal Comune di Venezia. 84. Da Le- 84. Anche quei di Lesina volentieri avrebbero voluto sot- trarsi all’ obbligo della requisizione militare, allegando come scusa il contagio che infieriva nei loro paesi1), ma, assunte migliori informazioni, la Signoria aveva compreso che quello era più che altro un pretesto perchè la malattia era diffusa solo in una delle isole di quella podesteria, mentre le altre due ne erano immuni, « ita quod bene parare poterant et poterunt numerum gentium sibi impositum (cento uomini).... omni occasione remota », per il termine loro fissato, cioè il 28 settembre. 85. Da Ra- 85. A quei di Ragusa non si impone invece, ma si esorta ad armare con loro uomini ed a spese del Comune di Venezia una galea 2), « si sine manifesto eorum pericuk» hoc fieri poterit », poiché erano minacciati dal Re di Ungheria, e, quantunque fosse da sperare che « per accessitum ambaxiatorem nostrum ad Re-gem Raxie facta posita esse seu poni debere sic in quiete quod rationabiliter de statu suo non poterunt dubitare », tuttavia nelle iniziate trattative non si poteva nutrire soverchia fiducia; ad ogni modo era loro accordato tempo fino a tutto il mese di settembre. Fu lasciato al Minor Consiglio piena facoltà di prendere 1') Secreta Consilii Rogatorum. R. B. (II) c. 67 t.° 1350,12 settembre. s) Ibid.