60 siglieri, tranne Pietro Zane, i capi della Quarantia ed i Savi agli ordini proposero che si rispondesse agli ambasciatori veneziani lodando la sollecitudine e lo zelo da essi spiegati « in sustinendo nostra jura pariter et honores, tam coram domino Summo Pontifico quam coram dominis Cardinalibus », eccitandoli a perseverare con altrettanta fermezza « in sustinendo no-stram intencionen! in facto Tane et locorum Maris Maioris, prout in sua commissione eisdem dedimus in mandatis », ma, per ciò che riguarda le richieste fatte da essi all’ ambasciatore del Re d’Aragona, « eisdem scribimus quod hoc nobis minime ad gra-tum fuit et propterea fìdelitate sue mandamus quatenus in po-sterum predictis debeant abstinere videlicet, tam in interrogando aliquem quam in faciendo responsionem alicui ultra ea, que sibi commi ssa sunt, set si aliquid eis diceretur per aliquos quod viderent fore notabilem et tangere statum nostrum, id nobis debeant significare solicite ut valeamus esse de omnibus plenius informati ». Invece il Senato approvò la parte proposta dall’unico consigliere dissidente, Pietro Zane, il quale accettava « partem suprascriptam salvo quod .... sileatur illud verbum, videlicet ubi dicitur quod nobis non fùit ad gratuin interrogati o quam fecerunt ambaxatori domini Regis Aragonum ». Si deve esser pensato che, se gli ambasciatori veneziani, pur trascendendo il loro mandato, avevano fatto questo passo, e se, nell’ imminenza d’una guerra con Genova, (il Senato, approvando la parte dello Zane, doveva esserne persuaso) 1’ alleanza Aragonese poteva essere di somma utilità, non era opportuno infliggere ad essi un severo biasimo che avrebbe avuto per conseguenza di far tramontare dei vantaggiosi accordi, obbligando gli ambasciatori veneziani a lasciarsi sfuggire qualsiasi altra occasione di giovare alla patria per non uscire dai limiti rigorosamente segnati nelle loro istruzioni. Si volle quindi col silenzio approvare la loro iniziativa ed incoraggiarli a proseguire in essa rimettendosi alla loro abilità diplomatica ed al loro amore di patria. *